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Ha un infarto in autostrada: salvato dagli operatori del 118 e dai professionisti del Maggiore

Sentita lettera di ringraziamento di Cristian Bonavita a tutti coloro che sono intervenuti per soccorrerlo. "Pensavo fosse finita, invece sono qui a raccontare un finale diverso"

“Caro assessore, sono calvo, eppure i medici che mi hanno salvato la vita mi hanno detto: ‘L’abbiamo presa per i capelli appena in tempo’.  La butto sul ridere, ma me la sono vista davvero brutta. Mi hanno detto che è stato un miracolo, ma io lo so qual è il vero miracolo: vivere in Emilia-Romagna, dove la sanità pubblica, con una professionalità straordinaria, ha fatto un lavoro eccezionale e mi ha restituito alla vita quando la vita sembrava ormai persa”. 

Inizia così la bella lettera che Cristian Bonavita, Operatore Socio-Sanitario al Pronto Soccorso del Policlinico di Modena, 46 anni, mi ha scritto per raccontarmi una mattinata di paura che si è risolta per fortuna nel migliore dei modi, chiedendomi di renderla pubblica. Lo faccio volentieri soprattutto per associarmi ai ringraziamenti a tutto il personale sanitario. 

“L’altra mattina ero andato a Parma per comprare uno scooter. Sono uscito dalla concessionaria e mi sono diretto verso Modena, dove vivo e dove lavoro, al pronto soccorso del Policlinico di Modena come operatore socio-sanitario. 

Poco dopo l’imbocco dell’autostrada mi sono sentito male e ho capito che c’era qualcosa di grave che mi stava succedendo, perciò mi sono subito fermato all’area San Martino Ovest e ho chiesto aiuto alla vigilanza, che ha chiamato immediatamente il 118. Il personale dell’area di servizio, i vigilanti e anche una pattuglia della Polizia Stradale si sono subito messi a disposizione per aiutarmi, mi hanno fatto accomodare in attesa dei soccorsi, facendomi compagnia.

In pochi minuti è arrivata l’ambulanza ed è ripartita veloce verso il Pronto soccorso dell’Ospedale Maggiore di Parma, scortata dalla Polizia. 

Io, che in un Pronto soccorso ci lavoro, conosco perfettamente i codici con cui viene identificato un paziente in arrivo. Quando ho sentito che dall’ambulanza trasmettevano al Pronto Soccorso ‘paziente cardiologico dispnea codice 3’ ho pensato: la mia vita finisce qui, è arrivato il mio momento. Mi è passata davanti tutta la mia vita. Quando ci segnalano un codice di questo tipo, vuol dire che per la persona è quasi finita, il Pronto soccorso si prepara ad accogliere il paziente nella shock room, ci si prepara per il massaggio cardiaco, si preparano le piastre, insomma ci si prepara a provare il tutto per tutto per una condizione di massima gravità. Ma parliamo di situazioni al limite, in cui la speranza è appesa a un filo.

E invece oggi sono qui a raccontare un finale diverso. 

Al Pronto soccorso il medico Nicola Fabiano ha confermato la diagnosi di infarto miocardico acuto e, nel giro di soli 5 minuti, sono stato ricoverato nell’Unità di terapia Intensiva Coronarica UTIC, già allertata, a cui è seguita l’angioplastica nelle sale di Emodinamica. Insomma, una risposta eccezionale del sistema dell’emergenza urgenza il cui Dipartimento interaziendale è diretto da Sandra Rossi, e dei reparti di Cardiologia interventistica e di Unità di terapia intensiva Coronarica, guidati rispettivamente dai medici Luigi Vignali e Giorgia Paoli.

La competenza dei professionisti sanitari del Maggiore di Parma mi ha salvato la vita e io sarò in debito perenne con loro, con la sanità regionale e, più in generale, con questa regione in cui vivo da 2 anni, dopo essermi trasferito qui da Napoli a Modena in seguito alla perdita del lavoro, con la possibilità di cominciare un nuovo percorso professionale.

Voglio ringraziare tutti, a partire da lei assessore Donini, perché è stata una filiera tipicamente emiliana: la cortesia e l’empatia del personale dell’autogrill, della Polizia, la cura della vigilanza, la professionalità di tutti gli operatori sanitari che mi hanno permesso di trasformare un incubo in un sogno, quello di una vita che continua. 

Non so ancora se potrò tornare a lavorare al Pronto Soccorso del Policlinico di Modena, che è un ambiente che adoro in ogni suo aspetto, per il tipo di lavoro e per i colleghi straordinari, ma so che questa terra, l’Emilia-Romagna, è quella che mi ha salvato e ne sono orgoglioso”.

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