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"Ho aperto un pub ma ho perso tutto: ora faccio il corriere per Amazon"

Luciano Beretta è il titolare dell'Evol Pub di Fidenza, che ha aperto a luglio e ora non sa come pagare le spese: "Ho investito tutti i miei soldi nel progetto: era il sogno della vita"

"Ho investito tutti i soldi per realizzare un sogno, insieme alla mia compagna: l'apertura di un locale notturno. Con le restrizioni per il Covid ho perso il 90% del fatturato, a partire da ottobre ed ora sono tornato al mio vecchio lavoro per cercare di pagare le spese del pub, che si stanno via via accumulando". Luciano Beretta è il titolare dell'Evol Pub di Fidenza: dopo l'inaugurazione del 4 luglio 2020 ha lavorato per tre mesi - rispettando tutte le norme imposte dai protocolli anticontagio - ma da metà ottobre è stato costretto a chiudere

Da quando è iniziato il sistema dei colori di quanto è sceso il vostro fatturato? 

"Io e la mia compagna avevamo progettato di aprire il pub ad inizio marzo del 2020. Poi, ovviamente con la pandemia da Covid-19, abbiamo rimandato l'inaugurazione. Il 4 luglio siamo riusciti ad aprire, sempre rispettando i protocolli di sicurezza anticontagio. Abbiamo lavorato molto bene per tre mesi, anche con la musica dal vivo. A metà ottobre, con l'introduzione dei colori, siamo stati costretti a chiudere e il nostro fatturato è caduto a picco. Abbiamo perso oltre il 90% dei guadagni. Se prima incassavamo 3 mila euro a settimana ora ne incassiamo 20, 25 con l'asporto". 

Qual'è la situazione oggi? Lei ha deciso di tornare al suo vecchio lavoro per coprire le spese...

"Abbiamo, come spese fisse, circa 5 mila euro al mese. Dobbiamo infatti pagare le bollette e l'affitto del locale. Abbiamo chiesto un finanziamento alla cooperativa di garanzia per circa 15 mila euro, poi altri 18 mila euro ad una finanziaria. Si, io ho deciso di tornare al mio vecchio lavoro ed ora faccio il corrriere per Amazon. Tutto lo stipendio viene usato per pagare le spese del locale. L'asporto non è adatto ad una realtà come la nostra: abbiamo un menu tipico da pub, come l'hamburgheria e le birre. Poche persone ordinano da noi: preferiscono ristoranti e pizzerie". 

Al momento dell'apertura avevate cinque dipendenti. Ora com'è la situazione? 

"La situazione è ormai insostenibile. Quando abbiamo deciso di inaugurare il locale - che ha uno spazio di quasi 800 metri quadrati tra interni ed esterni - avevamo cinque dipendenti, necessari per una realtà come la nostra. Due dipendenti sono stati messi in cassa integrazione mentre altri due continuano a lavorare con noi. In una situazione di questo tipo siamo stati costretti a licenziare una dipendente". 

Avete ricevuto ristori dallo Stato? 

"Abbiamo avuto pochissimi ristori: il primo da 2 mila euro e il secondo da mille euro, con il decreto legge di Natale. Oltre alle spese per la gestione dello spazio e i soldi già richiesti alle banche - circa 30 mila euro - abbiamo perso anche circa 8 mila euro di merce già acquistata, che non abbiamo potuto utilizzare. Se la situazione non migliora rischiamo di chiudere: non voglio ritrovarmi con molti più debiti di quelli che abbiamo già". 

Avete in mente iniziative di protesta per le prossime settimane? 

"Inizialemente avevamo pensato di aderire all'iniziativa di protesta Ioapro ma poi, alla fine, abbiamo valutato di tenere chiuso. Il nostro avvocato sta cercando, anche insieme all'Ascom, di cercare una strada per poter aprire, almeno per coprire alcune spese. Abbiamo investito tutti i soldi su questo locale, che era il nostro sogno. Possiamo lavorare anche con solo 20 persone invece di 200 ma dobbiamo lavorare".

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