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Il Comitato Tardini sostenibile: "Orgogliosi di aver fatto emergere l'improvvisazione"

Un primo stop al procedimento amministrativo per un 'cavillo burocratico': "Nella proposta del Parma è presente sciatteria, lo sprezzo delle regole che gli organi di controllo non potevano silenziare"

Dopo mesi e mesi di riunioni, comunicati, iniziative pubbliche, il Comitato Tardini Sostenibile fa un passo in avanti, costituendosi formalmente con un proprio organo direttivo composto da dieci persone, che hanno eletto, come presidente, Anna Kauber e, come vice presidente, Sandro Fontanesi. "Necessaria per costituire una rete di sostenitori talmente ampia da poter proseguire nelle azioni legali - si legge nel comunicato diffuso dal Comitato Tardini sotenibile - che si renderanno necessarie per evidenziare la palese assenza di congruità urbanistica e la mancanza di garanzie giuridiche ed economico finanziarie nel progetto di abbattimento e ricostruzione dello stadio Tardini.

Siamo in presenza, come ormai sostenuto da tanti, di un’operazione in cui si riscontra la totale mancanza di interesse pubblico, senza dimenticare le gravissime ricadute ambientali, sociali e abitative che lo stesso progetto porterebbe alla collettività. D’altra parte, in seno alla stessa Conferenza dei Servizi, erano emersi numerosi dubbi e perplessità su problematiche ambientali e urbanistiche, tanto ignorate dall'Amministrazione Comunale da spingere quest’ultima ad affermare che la conferenza aveva espresso un parere "sostanzialmente positivo". Il versante giuridico è stato già solcato, con grande successo, attraverso l’esposto all’ANAC che ha portato a un primo stop al procedimento amministrativo. Siamo orgogliosi di aver fatto emergere l’improvvisazione, la sciatteria, lo sprezzo delle regole presente nella proposta del Parma Calcio, che gli organi di controllo non potevano silenziare.

E il solo ipotizzare il ricorso al Consiglio dei Ministri appare del tutto fuorviante rispetto al tema costituito dal rispetto della normativa anticorruzione. Norme da considerarsi non come fastidioso “cavillo burocratico”, ma piuttosto come doveroso riscontro dell’amministrazione pubblica alle richieste di approfondimento dell’Autorità Nazionale nell’adempimento delle proprie funzioni di vigilanza e di controllo sull’applicazione e sull’efficacia delle misure previste dalla legge. L’impegno sul versante giuridico non attenuerà le iniziative che il Comitato continuerà ad adottare sul piano politico e culturale. Continueremo a sensibilizzare tutte le forze vive della nostra comunità sulla inaccettabile spoliazione di parte della città, regalata per 90 anni ad un privato, senza che vi sia una sola conseguenza positiva per la città stessa e per i suoi abitanti. Noi vogliamo continuare ad essere promotori di una riflessione collettiva, sollecitando partiti, associazioni, istituzioni e singoli cittadini ad intervenire in questa mobilitazione, per riaffermare la storia della nostra città e tornare a mettere al centro la partecipazione e il bene comune".

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