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Lunedì, 4 Dicembre 2023
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Inflazione, per cibi e bevande Parma al terzo posto: tra le città in cui si risparmia di più

La città sul gradino più basso del podio la città ducale, dove si registra un +9,2% e un +492 euro. E' quanto emerge da uno studio dell'Unione Nazionale Consumatori sugli ultimi dati Istat relativi al mese di settembre, analizzando tutti i rincari di ogni città

Per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche, se in Italia i prezzi sono saliti dell’11,7% su settembre 2021, equivalenti a una stangata pari in media a 660 euro in più su base annua, in molte città è andata molto peggio. A guidare la classifica è sempre Cosenza, che aveva già vinto a luglio e agosto questa non gratificante classifica, ma che ora per cibo e bevande segna un ulteriore balzo annuo, +16%, pari a +1034 euro in termini di aumento del costo della vita per una famiglia media. Sul gradino più basso del podio Parma (+9,2%, +492 euro).

E' quanto emerge da uno studio dell'Unione Nazionale Consumatori sugli ultimi dati Istat relativi al mese di settembre, analizzando tutti i rincari di ogni città e stilando la classifica completa di quelle con i maggiori rialzi annui per quanto riguarda cibo e bevande, acqua e rifiuti, scuola dell’infanzia, ristoranti e alberghi.

Al quarto posto Imperia, Padova e Terni (tutte a +13,8%), poi Gorizia e Ravenna (+13,6% entrambe), e Udine (+13,5%). Chiudono la top ten Macerata, Pistoia e Verona, tutte e 3 con un'inflazione del 13,4%. Sull'altro versante, la città più risparmiosa per mangiare e bere è Bergamo, dove i prezzi crescono \"solo\" dell’8,7%, pari a 498 euro. Medaglia d'argento per Como (+9,1%, +521 euro) e sul gradino più basso del podio Parma (+9,2%, +492 euro). Al 6° posto Milano, +9,5% e un aggravio a famiglia pari a 517 euro.

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