rotate-mobile
INCHIESTA - Nel far west dei finti annunci di lavoro

Lavoro nero, periodo di prova non retribuito e paga 'fantasma': quando l'annuncio è una truffa

Abbiamo provato a candidarci per un lavoro dopo aver letto l'offerta su uno dei portali più noti del settore e ci siamo presentati al colloquio. Ecco cosa abbiamo scoperto

Dopo aver realizzato un'inchiesta sui lavoratori del settore turistico nel parmense - provando a rispondere ad alcuni annunci di lavoro di agriturismi ed alberghi - ed aver verificato le paghe da fame che vengono proposte (3 euro all'ora lordi), abbiamo provato a candidarci ad un annuncio di lavoro pubblicato su uno dei portali più noti del settore. L'annuncio, molto generico, riguardava la ricerca di persone per lavoro di backoffice e come receptionist e data entry, anche senza esperienza. 

Bene. A questo punto, dopo aver individuato uno dei tanti annunci di lavoro che riguardano Parma, abbiamo inviato il curriculum, con alcune delle esperienze maturate nel settore. Alla fine un generico lavoro di 'backoffice' può voler dire di tutto.

Non sono passate nemmeno due ore dall'invio del curriculum e siamo stati contattati da una persona al telefono. "Buongiorno, abbiamo visto il suo curriculum e vorremo vederla per un colloquio di lavoro nei prossimi giorni". 

"Io, cameriere a contratto per 3 euro lordi all'ora" 

Alla domanda di che tipo di lavoro si tratta abbiamo, ancora una volta, una risposta generica: "Lavoriamo per aziende nel settore amministrativo e forniamo diversi servizi, valutiamo i candidati con un colloquio e poi discutiamo di tutto il resto". A differenza di quando ci siamo candidati per il ruolo di baristi e camerieri non siamo riusciti, nemmeno dopo diversi tentativi, ad ottenere, al telefono, le informazioni relative all'orario di lavoro e soprattutto allo stipendio.

L'ufficio spoglio e anonimo, senza insegne né personale 

Bene, diciamo così. A questo punto decidiamo di andare al colloquio dal vivo, presentandoci con il curriculum inviato per parlare con la persona che ci ha chiamato al telefono. Prendiamo appuntamento per trovarci in un ufficio che si trova lungo una via all'interno di un'area artigianale di Parma. Teoricamente avrebbe dovuto essere la sede dell'azienda. Il nome della società, al telefono, non ci è stato comunicato. Avevamo solo la via e il numero civico. Arriviamo sul posto all'orario concordato.

L'azienda fantasma e i clienti 'innominabili'

Fuori dall'edificio, piuttosto anonimo, non ci sono insegne relative ad aziende che si occupano del servizio che ci è stato presentato. Sul campanello però c'è il nome di un'azienda, una Srl. Suoniamo e ci aprono. All'interno un ufficio, sempre senza insegne, con due postazioni di lavoro anonime. cI sono solo due pc, non di ultima generazione, e qualche blocco per gli appunti. Ci fanno entrate in una delle due stanze e ci troviamo davanti una persona, che dovrebbe essere il responsabile dell'azienda. Sarà lui a farci il colloquio ma non ci dice il suo nome. Nell'altra stanza si trova un'altra persona che si occupa di accogliere i candidati. 

Ho cercato lavoro stagionale al sud: 3 euro lordi l'ora per fare la cameriera 10 ore al giorno

Come prima cosa ci dicono che stanno cercando personale "per aziende di tutta Italia" senza nominarle. Alla nostra richiesta di sapere i nomi il presunto responsabile ci risponde: "Sono aziende leader del settore. Noi siamo un'azienda di Vicenza ed abbiamo vari clienti in tutta Italia, Parma compresa". Ma di cosa si tratta, che lavoro dovrò svolgere? "Quello che preferisce, ci dica per quale ruolo vuole candidarsi e vediamo". Le nostre richieste, anche dal vivo, di sapere il nome delle aziende per le quali dovremmo lavorare e di conoscere dettagli relativi al compenso, vanno a vuoto.  

La prova di lavoro prima di sapere la paga e il tipo di contratto, ammesso che ce ne sia uno 

Quindi, secondo chi offre questi generici lavori cosa dovremmo fare? Ecco la sua risposta: "Bene, ora, se valuteremo che il suo profilo è in linea (senza averci chiesto di descrivere le nostre esperienze nel settore) la contatteremo per una prova. Ci saranno tre colloqui: quello di oggi, la prova di lavoro e poi un terzo colloquio". Quindi si fa una prova di lavoro prima di sapere quando soldi prenderemo per lavorare e quale contratto ci applicheranno? Ammesso che, a questo punto, ci sia una proposta di contratto, viste le premesse.

A quel punto il nostro interlocutore, che non si aspettava un'insistenza di questo tipo, ci liquida velocemente. Il colloquio è durato complessivamente, nove minuti. 

"Il periodo di prova? Ovviamente non è pagato" ma la legge lo vieta 

Nonostante questo dopo due giorni ci chiama di nuovo al telefono, con un altro numero. Decidiamo di rispondere. "Buongiorno, il suo curriculum è in linea e abbiamo deciso di vederla una seconda volta per una prova lavorativa". Ma, rispondiamo noi, mi potrebbe dire che mansioni dovrò svolgere e soprattutto con quale stipendio e contratto? "Quello lo valutiamo quando avrà fatto un paio di prove di lavoro con noi". Bene, diciamo così. Alla fine ci congediamo e decidiamo di declinare la proposta. Anzi, no, prima chiediamo: "Ma il periodo di prova è retribuito?" A questo punto il nostro interlocutore risponde genericamente "Ovviamente è una prova e non è pagata" e riattacca senza dire altro. A differenza di quanto asserito dal nostro interlocutore il periodo di prova, per legge, deve essere retribuito. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Lavoro nero, periodo di prova non retribuito e paga 'fantasma': quando l'annuncio è una truffa

ParmaToday è in caricamento