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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Marconi occupato, parlano gli studenti: "Contro l'alternanza scuola-lavoro e la guerra: gli edifici scolastici cadono a pezzi"

Intervista ai ragazzi che da ieri mattina occupano l'istituto scolastico di via Costituente: "L'anno scorso è crollato un lucernario, che avrebbe potuto ferire qualche studente. Chiediamo l'abolizione di un articolo del regolamento interno, che impone la censura sulle affissioni"

Nella mattinata di ieri, lunedì 21 marzo, alcuni studenti, con il supporto del collettivo 'Markoni organizzato', hanno occupato la sede centrale del Liceo Scientifico Gugliemo Marconi di via Costituente a Parma. Sono passati dieci anni dall'ultima occupazione di un istituto scolastico superiore nella nostra città. Sull'onda delle occupazioni nelle altre città, da Bologna a Firenze, da Milano a Roma anche a Parma gli studenti hanno deciso di attuare questa forma di protesta. 

Com'è nata l'occupazione del Marconi di ieri mattina? 

"L'occupazione è nata dagli studenti del Marconi con il supporto di Markoni organizzato, un collettivo studentesco nato da circa un anno. Dal mese di novembre abbiamo iniziato ad attivarci su alcune tematiche: eravamo, per esempio, in piazza il 28 gennaio e il 18 febbraio per protestare contro il sistema attuale di alternanza scuola-lavoro, dopo le morti di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci". 

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Quale sono le motivazioni della vostra protesta? 

"Uno dei punti è proprio l'alternanza scuola-lavoro. Le occupazioni in corso in tutta Italia, da Bologna a Milano, Roma e Firenze, hanno al centro proprio la critica al modello attuale di alternanza, che proietta lo studente in un mondo del lavoro fatto di ipersfruttamento, dove le condizioni di sicurezza non sono garantite. Basti pensare alla morte dei due nostri compagni, Lorenzo e Giuseppe. Un altro punto è la guerra in Ucraina: siamo contrati a tutte le guerre. L'invio delle armi da parte dell'Italia è un modo di partecipare al conflitto in corso: crediamo che quei fondi potrebbero essere impegnati per fare investimenti nell'edilizia scolastica.

Al Liceo Marconi, dove l'anno scorso era crollato un lucernario che avrebbe potuto ferire degli studenti, le condizioni strutturali dell'edificio scolastico sono pessime: pensiamo ai bagni ma ci sono criticità in vari punti della struttura. Crediamo che si debbano fare maggiori investimenti nell'edilizia scolastica. Chiediamo anche l'abolizione di un articolo del regolamento interno alla scuola che impone limitazioni per le affissioni: tutti i testi devono essere infatti approvati preventivamente dalla preside. Crediamo che non sia giusto: abbiamo diritto di esprimere le nostre idee. Abbiamo avviato una petizione tra gli studenti sui problemi della scuola: chi l'ha diffusa è stato ripreso e non abbiamo potuto proseguire, nonostante avessimo già raccolto numerose firme". 

I rappresentanti d'Istituto si sono dissociati subito dopo l'occupazione...

"Si, i rappresentanti d'Istituto hanno scritto subito un comunicato per prendere le distanze, pubblicato anche sul sito del Marconi. In quel testo però veniamo attaccati con cose non vere. Gli studenti che volevano entrare a lezione lo hanno potuto fare, nessuno li ha fermati come invece si evince da quella nota. Siamo stati accusati ingiustamente: non abbiamo leso il diritto degli studenti di entrare in aula".  

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Come sta andando e quali sono i vostri prossimi passi? 

"L'occupazione sta andando bene: ieri mattina siamo entrati in palestra ed abbiamo fatto l'assemblea gestionale con circa 200 studenti. Durante l'assemblea abbiamo discusso delle motivazioni della protesta ed abbiamo scritto un documento con le nostre richieste. La nostra è un'occupazione con degli obiettivi precisi, non è un modo per far casino. Crediamo che per temi come l'alternanza scuola-lavoro e la guerra, oltre che per le problematiche interne al nostro Liceo, valga la pena di esporsi in prima persona. Oggi resteremo qui: nel corso delle ore valuteremo la situazione e poi decideremo come agire. Abbiamo organizzato anche una serie di incontri ed assemblee: per esempio una per approfondire la storia del movimento studentesco degli anni Settanta nel nostro territorio". 
 

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