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Caos green pass: "Perso il 40% dei clienti"

Viaggio tra i locali di Parma nel primo week end dopo l'entrata in vigore dell'obbligo, tra perdite di fatturato e gestori 'ribelli': "Faccio entrare tutti, non mi importa"

L'obbligatorietà del green pass negli spazi al chiuso di bar e ristoranti - attiva dal 6 giugno - ha provocato una situazione molto complicata da gestire per i gestori dei locali, nel corso del primo fine settimana, anche a Parma e provincia. Tra i clienti stranieri - che hanno un green pass diverso da quello italiani e per i quali è richiesta la presentazione del certificato cartaceo - i clienti che si rifiutano di presentare il Green pass, i problemi di gestione degli spazi e delle persone all'interno, le spese sostenute per il personale, addetto al controllo. C'è ancora molta confusione nell'aria: nonostante la circolare del Governo abbia chiarito che i gestori siano tenuti alla verifica del certificato alcuni si rifiutano di farlo.

"Non controllo il Green pass, nel mio locale possono entrare tutti" ci racconta il proprietario di un locale che preferisce restare anonimo. Poi c'è chi ha deciso di aprire solo gli spazi all'esterno e di chiudere quelli all'interno, proprio per l'obbligatorietà del Green pass. "Faccio sedere la gente solo fuori: tanto, vista la percentuale di persone che per ora si sono rifiutate di entrare, alla fine mi conviene". E' questo uno dei maggiori problemi per tutti i gestori: anche se non è possibile parlare di numeri certi c'è stata una flessione rilevante di clientela negli ultimi giorni. "Nel fine settimana di solito i locali sono pieni: con l'obbligo del green pass abbiamo perso un 40% dei clienti in questo primo fine settimana".

I locali del centro e dei quartieri più votati alla movida, comunque, rispettano le regole: all'ingresso è il titolare o un dipendente a chiedere il Green pass: alcuni lo mostrano ed entrano, altri preferiscono stare fuori. In piena estate questo non è un problema rilevante ma potrebbe esserlo nei prossimi mesi o nei giorni di maltempo, sempre più frequenti nell'ultimo mese. "Una misura del genere può metterci in ginocchio nel giro di due mesi: dopo tutto quello che abbiamo passato non ci voleva proprio". Ma c'è anche chi si fa paladino del Green pass e annuncia che non farà sconti: "E' una misura giusta da un punto di vista etico. Non voglio che nel mio locale entrino persone che potrebbero contagiare altri clienti: la mia scelta è chiara. Entra chi ha il green pass, chi non ce l'ha non entra. Anche se questo vuol dire perdere qualche cliente fa lo stesso: è meglio così". 

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