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Martedì, 16 Aprile 2024
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Mensa universitaria, il costo di un pasto aumenta di quasi 2 euro: gli studenti occupano

Gli studenti: "Abbiamo fornito cibo gratuitamente. Abbiamo fornito cibo gratuitamente. Centinaia di studenti non hanno potuto beneficiare delle residenze universitarie: una stanza sul mercato privato non costa meno di 300 euro"

Il costo di un pasto nella mensa universitaria di vicolo Grossardi a Parma - gestito dalla Camst - è lievitato, da un giorno all'altro, da 5 euro e 80 a 7 euro e 20. Per chi ha una borsa di studio è una cifra insostenibile. Gli studenti hanno deciso di occupare la struttura per protestare con gli aumenti e chiedere un tetto massimo per ogni pasto. 

"Negli scorsi giorni, nelle mense universitarie gestite da Camst - si legge in una nota firmata dagli studenti della mensa occupata - azienda che collabora con contratto con Er.Go per l’erogazione dei servizi ristorativi, abbiamo visto un grave aumento dei costi dei pasti. Da un giorno all’altro studentesse e studenti hanno dovuto pagare fino a 6,50 euro per un pasto. Successivamente è stato aggiunto il costo del coperto, 70 centesimi che hanno fatto lievitare il prezzo a un totale di 7,20 euro.

Dopo un confronto con la Dottoressa Mondin, responsabile di Er.Go, abbiamo avuto la garanzia che sarebbe stato eliminato almeno il costo del coperto, dovuto a “un’incomprensione” (cit.). Tuttavia al momento borsisti e non si trovano a pagare una cifra di 6,50 euro per un pasto completo, una somma insostenibile.

Questo primo passo non è bastato: ad oggi Ergo e Camst si rifiutano di abbassare ulteriormente i costi, di fatto scaricando sulle spalle della comunità studentesca i prezzi delle utenze. Ciò accade in piena continuità con le scelte politiche dei governi susseguitisi in questi mesi, scelte mirate a far pagare alle classi popolari i costi della crisi.

Il rincaro dei prezzi, inoltre, è stato deciso senza confrontarsi con l’università di Parma e senza il dialogo con le rappresentanze studentesche.
Questa strategia è stata adottata appositamente da Er.Go e Camst per tenere nascosta la situazione e provare a rendere impossibile qualsiasi contestazione.

Il motivo di questa occupazione pacifica è quello di avere soluzioni che precedentemente ci sono state negate dall'ente del diritto allo studio regionale, a cominciare da una drastica diminuzione dei prezzi, tra i più alti delle mense universitarie di tutta Italia. Come condizione per iniziare la contrattazione e ripristinare il servizio, chiediamo il congelamento dei prezzi ai livelli pre-rincari (non più di 5,80 euro per un pasto completo) e la convocazione entro venerdì di un tavolo di trattativa con Er.Go, Camst e l'ente universitario per arrivare a garantire l'esenzione dal pagamento dei pasti per l3 assegnatari3 di borsa di studio e il non sforamento del tetto dei 5 euro per tutt3.

Durante la nostra occupazione non abbiamo bloccato il servizio mensa ma anzi, abbiamo fornito cibo in modo gratuito per garantire che la comunità studentesca potesse usufruire del proprio diritto ad avere una mensa accessibile. Esprimiamo inoltre la piena solidarietà al personale dipendente di Camst e ci scusiamo se abbiamo arrecato loro disagi.

Il quadro generale è ancora più sconfortante: oltre al rincaro dei prezzi della mensa, non possiamo nemmeno contare sulla garanzia di un alloggio pur avendone diritto. Quest'anno come nei precedenti centinaia di studenti idone3 non hanno potuto beneficiare di un posto nelle residenze universitarie di Er.Go, in una situazione in cui nel mercato privato è quasi impossibile trovare una stanza in affitto a meno di 300 euro.
Inoltre, tant3 di noi si trovano a dover fare i conti con tasse universitarie che pesano sui conti di chi, fuorisede e/o impossibilitatə a sostenere spese anche minime, si trova costrettə a indebitarsi e rallentare quando non terminare in anticipo il percorso di studi. Per non citare l'eventualità sempre più diffusa di dover restituire migliaia di euro di borse di studio in caso del mancato rispetto di requisiti di merito. 

Non è solo per il caro prezzi che abbiamo occupato: oggi decine di studenti hanno voluto riprendersi in mano la propria vita, per non pagare un'inflazione alle stelle, la privatizzazione dei servizi di base, e opporsi all'ideologia del merito su cui è forgiato il sistema dell'istruzione.

Dopo diverse discussioni, proposte e controproposte studentesse e studenti occupando hanno dormito all’interno delle mense per continuare a lanciare un segnale, se i prezzi delle mense non diminuiscono e la contrattazione non sarà adeguata, non ci fermeremo"

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