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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"Nel carcere di Parma la situazione è al collasso"

Il sindacato Osapp: "Mancanza di personale e aggressioni: i detenuti destinati al centro medico, per mancanza di posti, vengono messi nei reparti ordinari"

"Questa Organizzazione Sindacale - si legge in una nota dell'Osapp - ritiene che sia della massima urgenza segnalare agli Organi dell’Amministrazione penitenziaria le gravissime condizioni di natura organizzativa-gestionale che si stanno, purtroppo, realizzando presso gli Istituti Penitenziari di Parma oramai ad un passo dal collasso. L’Istituto parmense, in passato uno dei fiori all’occhiello dell’Amministrazione Penitenziaria, allo stato attuale risulterebbe pressochè abbandonato a se stesso in primo luogo in ragione di una carenza di organico del Personale di Polizia Penitenziaria già di per se insufficiente a fronte del D.M. del 2017 e aggravata dall’apertura di un nuovo padiglione detentivo.

Nel merito, peraltro, occorre indicare con la massima chiarezza che questa O.S. è stata sempre contraria all’apertura di detto nuovo padiglione a Parma alle attuali condizioni, in quanto senza un organico adeguato sarebbero venute meno le condizioni minime di sicurezza interna-esterna al carcere, per un adeguata attività di trattamento e rispetto alla fruizione da parte degli addetti del Corpo dei diritti minimi lavorativi (orario di lavoro, ferie, riposi etc.) ed invece tale e tanta è stata la “fretta” nell’apertura di detto nuovo padiglione detentivo (a dimostrazione di una efficienza e di una funzionalità allo statoinesistenti) che quanto previsto dall’O.S.A.P.P. si è puntualmente verificato.

Infatti, e laddove in principio gli Organi dell’Amministrazione si erano determinati a disporre l’apertura solo di una sezione all’interno della nuova infrastruttura e per tale apertura il Provveditorato Regionale per l’Emilia Romagna e le Marche aveva disposto per l’invio in missione di alcune unità di Polizia Penitenziaria da altri Istituti della regione tale iniziativa ha avuto breve durata in quanto pian piano lo stesso Provveditorato ha fatto rientrare il personale in missione presso le proprie sedi e la gestione del padiglione è rimasta solo al personale di Parma: a ciò si è aggiunta l’apertura della seconda sezione del nuovo padiglione.

In tal senso, peraltro, risulta appena il caso di rammentare che risulta che è ancora pendente un ricorso in appello ai sensi dell’art. 28 della Legge 300 del 1970 presso il Tribunale Parma nei confronti dell’ex Direttore e del Provveditore sulla questione nuovo padiglione. Il personale di Polizia Penitenziaria della struttura è, quindi, posto in una condizione di continuo stress lavorativo laddove, le carenze in essere determinano il massiccio ricorso a prestazioni straordinarie, non si sa se effettivamente ricomprese e retribuibili in ragione nel monte-ore reso disponibile per il distretto e la situazione è tale che nei turni serali la mancanza di addetti del Corpo determina per i presenti l’impossibilità persino di fruire della mensa ordinaria di servizio.

D’altra parte la sede di Parma non si fa mancare alcunchè in termini di disfunzioni, di disagio e di rischio per gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria, tenuto conto delle pressoché quotidiane aggressioni, in numero preoccupante anche per l’entità dei danni riportati da Personale e che da ultimo ha reso vittime 8 (otto) appartenenti al Corpo che hanno dovuto fare ricorso in massa alle cure del pronto soccorso presso l’Ospedale Parmense (con ciò determinando ulteriori carenze nell’organico disponibile).

Inoltre, le costanti assegnazioni di detenuti presso il reparto SAI (Servizio Assistenza Intensiva) per un numero pari a 130 detenuti,
assegnati dagli uffici centrali dell’Amministrazione penitenziaria all'istituto parmense di fatto, comportano, gravemente le gestione
dell'utenza non nel settore all'uopo predisposto e specializzato ma, per mancanza di posti nel suddetto reparto, l’allocazione in camere di reparti ordinari, con ciò determinando un'escalation di situazioni non gestibili dal Personale del Corpo.

Il perfetta sinergia, inoltre, con le disfunzioni e i disagi in essere, il mancato trasferimento di detenuti facinorosi e psichiatrici, per i
quali risulterebbero adottati da mesi provvedimenti di trasferimento per motivi di sicurezza di fatto inattuati da mesi per presunta mancanza di posta negli isitituti di nuova assegnazione e con ciò determinando un vero e proprio cortocircuito gestionale per l’incremento delle criticità nella gestione dei detenuti in un carcere complesso come quello di Parma. 

Inoltre, presso l’istituto in argomento si registra, allo stato, la presenza di un solo Direttore titolare, senza alcun aggiunto a supporto, nonché di un solo Dirigente di Polizia Penitenziaria con funzioni di Comandante di Reparto e di un altro in qualità di Coordinatore presso il Nucleo Traduzioni e Piantonamenti, a fronte di quattro funzionari, chiamati a fronteggiare un carico di lavoro abnorme per gestire quasi 700 detenuti di varie tipologie.

In tal senso, risulterebbe incomprensibile il provvedimento dell'Amministrazione penitenziaria centrale che distacca il vice Comandante presso la Scuola di formazione di Sulmona per l’avvio del 178° corso agenti, con ciò lasciando di fatto il Comandante del Reparto a gestire, senza alcun funzionario vicario, il complesso Istituto Parmense. Alle attuali condizioni, peraltro, anche il personale in servizio al Nucleo traduzioni e piantonamenti è costretto, letteralmente, ad effettuare turni di servizio massacranti, superiori alle nove ore previste dall’A.Q.N. in condizioni di violazione di tale previsione pressoché quotidiane. Infine a Parma non si attua alcuna adeguata programmazione dei turni di servizio, benchè prevista dal recente protocollo d’intesa locale che disciplina l'organizzazione del lavoro, quale non invidiabile “ciliegina sulla torta” di una situazione oggettivamente insostenibile.

In tali condizioni, quindi, non nuove negli attuali istituti penitenziari ma di particolare gravità e preoccupazione per una struttura
quale quella di Parma, di evidente delicatezza oltre che per l’ingente numero anche per le diverse componenti/tipologie nella popolazione detenuta colà allocata e le cui ormai difficili situazioni operativo-organizzative risultano gravemente sottovalutate (in sede di Provveditorato o presso il Dap?), occorrono correttivi della massima urgenza quali e non ultima una debita integrazione dell’Organico del Corpo in concomitanza con le assegnazioni relative alla conclusione del 178° corso per allievi Agenti di Polizia Penitenziaria. In attesa, quindi, di conoscere le determinazioni che le SS.LL. riterranno, per quanto di rispettiva competenza, di assumere e che sono da ritenersi della massima urgenza, la presente è anche indirizzata, per il fattivo interessamento, delle Autorità Politiche del Dicastero della Giustizia".

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