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Bimbi ucraini in fuga dalla guerra: in 8 ricoverati all'ospedale Maggiore

Tra questi, un bambino di 3 anni preso in carico dal reparto di Oncoematologia pediatrica mentre altri due sono stati curati in Pediatria generale. Il direttore sanitario Brianti: “Stiamo facendo la nostra parte”

Sono otto i bambini ucraini in fuga dalla guerra che sono stati accolti, ad oggi, nelle strutture pediatriche dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. Di questi sette si sono rivolti al Pronto soccorso pediatrico dell’Ospedale dei bambini “Pietro Barilla” che ha disposto il ricovero di due di loro in Pediatria generale per problemi gastroenterici che si sono risolti in qualche giorno e hanno potuto fare ritorno nelle residenze di amici e famigliari che li ospitavano. Il personale del reparto diretto da Icilio Dodi dopo averne valutato lo stato di salute, ha eseguito il tampone e consegnato le istruzioni, tradotte nella loro lingua, per completare il ciclo vaccinale. Inoltre, sempre il personale si è adoperato affinché, tramite gli uffici ospedalieri, fosse attivata per loro la tessera sanitaria provvisoria che li accoglie nella rete sanitaria regionale e li equipara ad ogni altro paziente.

Mercoledì scorso la struttura di Oncoematologia pediatrica ha invece accolto un profugo ucraino di 3 anni affetto da una forma di leucemia. In fuga dall’Ucraina il piccolo è arrivato, tramite la Protezione Civile, a Bologna da dove è stato indirizzato alla struttura di Parma, come da accordi tra i centri AIEOP e la Regione Emilia Romagna che hanno messo a disposizione 20 posti letto nei reparti di Oncoematologia pediatrica delle strutture ospedaliere regionali.

Il bambino è ricoverato insieme alla mamma nel reparto diretto da Patrizia Bertolini e, dopo la valutazione per ricostruire il suo percorso diagnostico e terapeutico, proseguirà il percorso di cura mentre negli intervalli in cui sarà dimesso troverà ospitalità della casa di "Noi per Loro", associazione che da oltre trent’anni apre le porte a chi si trova ad attraversare un momento di difficoltà.

Per poter comunicare con i bambini e i famigliari che li assistono il personale ospedaliero può contare su mediatori culturali, prevalentemente donne che si sono rese disponibili attraverso un progetto appositamente costituito denominato Myr (che in ucraino significa pace) realizzato in collaborazione tra la Direzione sanitaria ospedaliera e il corso di laurea in infermieristica dell’Università di Parma. oltre che su un servizio di traduzione in simultanea da remoto.

Abbiamo messo a disposizione tutte le nostre risorse per fornire assistenza e cura ai profughi ucraini in fuga dalla guerra, in particolare ai bambini – ha dichiarato il direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma Ettore Brianti. – Come ci è arrivata la richiesta da Bologna ci siamo subito attivati per ospitare i malati nelle nostre strutture sanitarie a seconda delle loro esigenze di salute e grazie alla disponibilità di Noi per Loro una mamma con il suo bimbo saranno ospitati in una casa dell’associazione. Cercheremo di stare vicino a queste persone con tutti i mezzi che abbiamo potendo contare su una preziosa rete di aiuti che coinvolge un forte mondo del volontariato e delle associazionismo che lavora a stretto contatto con la popolazione ucraina e trova un coordinamento a livello regionale”.

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