Ospedale, presidio dei sindacati al Maggiore: "No alla riduzione del turn over e degli organici"
FP CGIL, CISL FP e UIL FPL regionali e territoriali hanno ribadito la mancanza di risposte alle richieste relative al riconoscimento delle risorse necessarie alla valorizzazione del personale
SI sono tenuti nella mattinata di martedì 7 marzo i presidi in difesa della sanità pubblica davanti all'Azienda Ospedaliera-Universitaria di Parma, all'Ospedale di Borgotaro e all'Ospedale di Vaio.
FP CGIL, CISL FP e UIL FPL regionali e territoriali hanno ribadito la mancanza di risposte alle richieste relative al riconoscimento delle risorse necessarie alla valorizzazione del personale e soprattutto rispetto alla garanzia della sicurezza e della qualità dei servizi del SSR e dei diritti contrattuali dei dipendenti.
Ferie accumulate insieme a migliaia di ore di straordinario, che rimangono patrimonio inalienabile dei dipendenti, impossibili da pagare e da recuperare fanno infatti il paio con tempi di attesa per le prestazioni specialistiche ambulatoriali e chirurgiche in aumento e tempi di permanenza nei pronto soccorso ormai diventati inaccettabili, come ben sanno molti cittadini che spesso lamentano tempistiche bibliche per poter effettuare anche il più semplice degli esami.
" É nostro dovere fare in modo che la cittadinanza venga a conoscenza della situazione attuale - ha dichiarato Monica Marvasi di FP CGIL Parma - Ormai è più che evidente che bisogna abbattere il tetto sula spesa del personale sanitario per rivendicare il diritto alla Salute, che è un diritto costituzionale".
Giovanni Oliva, responsabile di CISL FP, ricorda come ormai da un anno viene ribadita la preoccupazione dei sindacati: "Qesto è l'ennesimo presidio per ricordare che il blocco delle assunzioni è scattato l'anno scorso ed oggi si paventano accorpamenti e chiusure di servizi e unità operative in vista dell'estate: quale assistenza sanitaria potremo garantire in queste condizioni?"
Gli fa eco Barbara Lori, responsabile UIL FPL: "Se non si procede co le assunzioni le ricadute sui cittadini saranno molto pesanti. Ci auguriamo che l'Assessore Donini si attivi per ripristinare i giusti equilibri dei lavoratori"
Secondo l'Assessorato alla Sanità, il saldo del personale assunto dal 2018 ad oggi, pari a +7300, ma la vera considerazione da fare è che se per 15 anni si è tagliato sulle assunzioni, in realtà chi è stato stabilizzato o assunto, viene impiegato per lo più a “rattoppare gli organici” e a ristabilire quella presenza di personale per garantire l’assistenza di qualità vanto della nostra Regione. Assunzioni che sono state necessarie anche per garantire gli organici “integrativi” (che per i non addetti ai lavori sono coloro che sostituiscono malattie, ferie, permessi a vario titolo) che purtroppo oggi sono all’osso, o addirittura assenti; ad esempio nel 70% dei casi, le lunghe assenze, come le maternità o le malattie di lungo periodo, non vengono sostituite.
Altro dato da evidenziare, è che per mettere in pratica quanto previsto per la riorganizzazione della sanità territoriale, da Decreto Ministeriale 77/2022, si dovranno assumere nella nostra Regione: dai 1500 ai 2300 Infermieri di Comunità, per le Centrali Operative Territoriali 270 infermieri e circa 67 altre figure tra personale sanitario/amministrativo, per gli Ospedali di Comunità circa 639 infermieri – 426 OSS – 142 fisioterapisti, ed infine almeno 800 infermieri e 600 OSS oltre che psicologi e altre professionalità per trasformare le Case della Salute in case di Comunità.
"I presìdi organizzati oggi sono - sottolineano i sindacati - stati attivati per sensibilizzare le persone sulla questione principale: se servono più persone perchè la Regione sta bloccando il turn over? Non si può certo pensare di garantire servizi aggiuntivi e funzionalità di strutture finanziate dal PNRR riducendo organici, sapendo che chi prende in carico e in cura le persone non sono i muri ma il personale."
L'assessore Donini - dopo numerosi solleciti - ha convocato un incontro con FP CGIL, CISL FP e UIL FPL e proprio perché non si accetteranno altre risposte prive di contenuti reali e fattivi, le organizzazioni sindacali hanno deciso di riprendere un percorso vertenziale unitario e condiviso tra livelli territoriali e regionali proprio per evidenziare quanto il prossimo incontro sia determinante.
Infatti, è già in programma una conferenza stampa regionale, nella quale saranno rese note le decisioni scaturite in merito. Va da sè che senza risposte concrete la mobilitazione non potrà che proseguire.