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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Osterie d'Italia di Slow Food: nell'elenco due locali della provincia di Parma

Campanini di Busseto e Locanda Mariella di Calestano

126 osterie in guida di cui 14 novità e 13 chiocciole: questi i numeri dell'Emilia-Romagna nella nuova edizione di Osterie d’Italia. Torna lo storico sussidiario del mangiarbere all'italiana: disponibile in tutte le librerie e sullo store online di Slow Food Editore, la trentatreesima edizione di Osterie d'Italia racconta la ristorazione italiana più autentica e di qualità attraverso le visite e le recensioni di più di 240 collaboratori sparsi in tutta Italia, in una rete fitta e capillare. La nuova edizione raccoglie 1730 indirizzi di osterie, agriturismi, enoteche con cucina e ristoranti segnalati per la cucina territoriale, la rigorosa selezione degli ingredienti e il prezzo giusto, e introduce tre nuovi simboli per raccontare in modo più ampio e dettagliato l’offerta dei locali recensiti: il simbolo del pane, assegnato alle osterie con un eccellente cestino del pane e di prodotti da forno, autoprodotti o reperiti da fornai di qualità; il simbolo dell'olio, ai locali che valorizzano l’olio extravergine d’oliva sia a tavola che in cucina, secondo una selezione oculata di prodotti d’eccellenza e rappresentativi del territorio; il riconoscimento del Bere Bene, assegnato a quelle osterie che offrono, accanto o in sostituzione a una valida proposta di vini, una selezione di bevande alcoliche e non – birre artigianali, distillati, cocktail ma anche succhi, estratti e infusi – scelti con attenzione e personalità. 

Il premio speciale

Tra i riconoscimenti ottenuti dalle osterie della regione spicca il premio Miglior Oste, assegnato a Roberto Casamenti e Alessandra Bazzocchi de La Campanara - Pianetto di Galeata (FC) con la seguente motivazione: “L’obiettivo con cui Roberto e Alessandra portano avanti la loro attività è semplice, ed è perseguito con tanta passione quanta naturalezza e genuinità: far star bene i loro ospiti. Non importa se è per una cena, per colazione o per un bicchiere di vino e una polpetta nel giardino: da loro si sta come quando si va a trovare un caro amico - e non è solo un modo di dire, perché amici di Roberto e Alessandra si diventa facilmente”. 

Emilia-Romagna: la panoramica 2023 

La storia gastronomica dell’Emilia-Romagna è importante, talvolta ingombrante: il rischio che qualche volta si percepisce, sedendosi al tavolo di alcune osterie, è quello di scivolare verso una ristorazione seduta su quei fasti. Eppure la fedeltà al territorio e alla tradizione non significa staticità. Lo dimostrano i tanti osti e ostesse che non si limitano a custodire sotto teca quella storia, ma la rendono materia viva, capace di dialogare con il presente, portando il concetto di osteria laddove non ti aspetti di incontrarlo, persino in un pub. La qualità resta l’imperativo: forse la sfida da cogliere, all’inasprirsi delle disuguaglianze sociali, è trovare strategie per arginare una tendenza che, al momento di chiedere il conto, rischia di fare di quella qualità un'esperienza alla portata di sempre meno persone. Per alcuni osti e ostesse, le difficoltà di questi anni sono state l’occasione per affondare ancor più nella terra le radici dei loro progetti, ma anche per ripensare con coraggio i tempi di lavoro - in una ricerca che non si limita a un racconto autoreferenziale, ma permette di dar voce alle storie di produttrici, produttori, ricette e materie prime del territorio.

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