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Po secco come d'estate: "Al via irrigazioni di soccorso"

L'allarme è stato lanciato anche al Tg2

Con il grande caldo fuori stagione il Po è in secca con lo stesso livello idrometrico della scorsa estate per effetto della lunga assenza di precipitazioni con l’allarme siccità scattato al nord proprio all’inizio della primavera quando le coltivazioni hanno bisogno di acqua per crescere. E’ l’allarme lanciato al Tg 2  dove è intervenuto per Coldiretti Luigi Montali, coltivatore diretto di Carignano che parlando della situazione del più grande fiume italiano ha evidenziato che “con l’aumento anomalo delle temperature abbiamo dovuto ricorrere a delle irrigazioni di soccorso  per i semi che devono nascere e che si trovano all’asciutto”.

La situazione idrica è di profondo rosso anche per i fiumi dell’Emilia Romagna, tutti abbondantemente sotto la media mensile, dall’Enza, al Secchia, dal Reno alla Trebbia spiega Coldiretti su dati ANBI.

In Emilia Romagna sono scattate le irrigazioni di soccorso oltre che a Parma sui campi seminati anche  a Ferrara negli impianti di fragole e nei vivai, a Modena sulle piantine di pomodoro e di meloni a Ravenna su ortaggi e verdura, kiwi e vigneti fino a Piacenza su cipolle, mais e frumento.

“E’ una situazione - commenta  al Tg2  Andrea Gavazzoli ufficio relazioni istituzionali Autorità Bacino del Po – particolarmente a rischio per i prossimi mesi. I livelli che registriamo oggi sono quelli della fine di agosto in linea con il 2017 che è stato l’anno più siccitoso degli ultimi anni” .

L’aumento degli eventi climatici estremi –sottolinea  Coldiretti – con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal maltempo alla siccità ha modificato soprattutto la distribuzione sia stagionale che geografica delle precipitazioni. La mancanza di acqua rappresenta – rileva la Coldiretti – la condizione meteo più rilevante per l’agricoltura italiana con un danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti. Nonostante i cambiamenti climatici l’Italia – sottolinea la Coldiretti - resta un Paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente dei quali purtroppo appena l’11% viene trattenuto.

Come ha affermato il Presidente Provinciale Coldiretti Nicola Bertinelli “per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie abbiamo elaborato e proposto per tempo vari progetti concreti  e alcuni immediatamente cantierabili. Si tratta di interventi strutturali resi necessari dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale”.

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