Pronti una decina di esposti per le morti da Covid-19
La denuncia pubblica dell'avvocato Luca Berni
Parma si prepara a presentare alcune denunce alla Procura a nome dei parenti delle vittime del Covid-19 nel nostro territorio. L'iniziativa nasce da alcune associazioni. L’avvocato Luca Berni del Foro di Parma è il coordinatore per l’Emilia Romagna del comitato “Noi denunciamo”, il quale raccoglie i pazienti delle vittime del Covid, in particolare di coloro che hanno perso la vita in strutture ospedaliere o case di riposo: a Piacenza ha raccolto una decina di esposti ed è pronto ad agire anche nella nostra città.
Berni fa parte del pool di legali che ha già presentato decine di esposti alla procura di Bergamo. «Noi chiediamo - ha spiegato Berni - l’individuazione di eventuali responsabilità. Non ce l’abbiamo con il personale sanitario, ma riteniamo si debba indagare sulla gestione di questa epidemia. Nei primi giorni di luglio sarò a Piacenza per consegnare le denunce esposto». A Piacenza - 962 decessi al 12 giugno e oltre 4500 contagi - sono stati diversi i morti nelle strutture ospedaliere e nelle case di riposo. «A noi - continua Berni - interessa la gestione dell’emergenza. Si è trattato di una gestione complessa, diversa da regione a regione. Purtroppo, ritengo che il nostro Paese sia arrivato impreparato a un appuntamento in realtà fissato da anni, da quando nel 2017 l’Oms suggerì agli Stati di prepararsi a una pandemia». Il Governo italiano «ha decretato l’emergenza sanitaria il 31 gennaio. Il provvedimento - ricorda il legale - venne pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il primo febbraio, ma il primo lockdown scattò l’8 marzo. Perché? Certo, molti pensavo che si trattasse di una influenza solo un po’ “più cattiva” e che non avrebbe avuto un impatto così importante. Ma è stato scritto che già a gennaio, la comunità cinese di Prato si fosse protetta».
Berni attacca: «Il 20 gennaio, ci fu un documento secretato dal ministero della Salute. Si ipotizzava che la pandemia avrebbe potuto provocare 600mila morti in Italia. La giustificazione fu quella di non terrorizzare la popolazione. Il risultato è stato che è prevalsa la logica economica e non quella sanitaria. Ma il Governo ha tardato ugualmente a predisporre le difese. Nell’epoca pre Covid in Italia c’erano soltanto 3.800 posti in terapia intensiva. Il nostro Paese era sottodotato».