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L'allarme di Confagricoltura: "Manca almeno il 30% della manodopera per raccogliere la frutta"

Il presidente Marcello Bonvicini: "Bisogna accorciare i tempi. Chiediamo ai Comuni di aprire dei punti di ascolto dedicati alle persone in difficoltà che sono alla ricerca di un’occupazione, per facilitare l’incrocio tra domanda e offerta"

  pochi giorni dal via, si teme di non trovare chi raccolga albicocche, pesche e susine quando l’annata, incrociando le dita, pare promettere bene sotto il profilo produttivo nonostante le gelate di aprile.

Nel 2022 - secondo le stime di Confagricoltura Emilia Romagna che è la principale organizzazione datoriale agricola -, servono complessivamente 5 milioni di giornate lavorative per soddisfare il fabbisogno di manodopera nei frutteti emiliano-romagnoli.

Così la nostra regione fa i conti con la carenza di operai agricoli nel momento clou. «Non c’è manodopera a sufficienza per la raccolta della frutta, ora ne manca almeno il 30% - avverte il presidente regionale di Confagricoltura Marcello Bonvicini -. Bisogna accorciare i tempi. Chiediamo ai Comuni di aprire dei punti di ascolto dedicati alle persone in difficoltà che sono alla ricerca di un’occupazione, per facilitare l’incrocio tra domanda e offerta».

Diventa sempre più complicato reperire i braccianti, è già scattata l’emergenza nei vivai e nei campi di fragole in raccolta. Dall’Est Europeo arrivano meno lavoratori rispetto al periodo pre-Covid (profitti più vantaggiosi li hanno spinti infatti verso Germania e Olanda dove le aziende che li assumono beneficiano di sgravi fiscali e contributivi), inoltre il decreto flussi che regola gli ingressi dai paesi extra Ue si sta rivelando uno strumento inefficace (poche le quote accordate ai vari territori e troppo lunga l’attesa per i permessi di soggiorno).

Da oltre due anni è attivo il portale Agrijob di Confagricoltura: un servizio di intermediazione riconosciuto dal Ministero del Lavoro, che consente a chi cerca occupazione di essere messo in contatto diretto con le aziende della propria provincia e alle imprese di intercettare velocemente i candidati. Ma non tutti riescono ad accedere alla piattaforma perché magari non sanno l’italiano o faticano a compilare la scheda on line. Da qui parte il monito del presidente Bonvicini: «Occorre avviare tutte le iniziative possibili e avvicinare chi cerca un impiego, rafforzando le connessioni tra enti pubblici e terzo settore fino a raggiungere le imprese».

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