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Regolamento per il commercio in centro, l'assessore risponde ai cittadini: "Ma quale razzismo, ce lo hanno chiesto i residenti"

L'assessore alla sicurezza urbana Cristiano Casa respinge le accuse di discriminazione dopo la petizione lanciata dal sociologo Marco Deriu: "Alcune attività possono determinare problemi per l'ordine pubblico e il decoro"

Cristiano Casa, assessore alle attività produttive, al commercio e alla sicurezza urbana del Comune di Parma è furente. Dopo la presentazione del testo del nuovo regolamento per il commercio in centro storico - che definisce la lista delle attività che non potranno aprire all'interno dell'area del centro storico - in Commissione sul provvedimento sono piovute accuse di razzismo e xenofobia. E' stata infatti lanciata una petizione da parte di alcuni cittadini, tra cui il sociologo Marco Deriu.

Casa rispedisce al mittente le accuse di discriminazione. "Ma quale razzismo? I cittadini ci hanno chiesto di intervenire su una serie di attività che, in certi contesti, creano problematiche per l'ordine pubblico e la sicurezza". E attacca: "Perchè quattro anni, quando iniziò l'iter per il regolamento, fa nessuno ha detto nulla? Va bene ora fare le polemicucce ma poi quando una di queste attività apre sotto casa ci si lamenta". 

Come risponde a chi accusa il testo del nuovo regolamento per il commercio in centro storico di essere discriminatorio? 

"Non è discriminatorio perchè tutti potranno continuare ad aprire i propri negozi. Dal punto di vista delle categorie merceologiche sulle quali si interviene a Parma abbiamo predisposto un regolamento più soft rispetto, per esempio, a quelli già in vigore a Bergamo (in centro è vietato aprire gelaterie e fast food), a Bologna e Ferrara. Il fulcro principale del regolamento è intervenire su alcune attività che - in determinati contesti artistici, culturali e monumentali - possono determinare ricadute problematiche per quanto riguarda l'ordine pubblico, la sicurezza e il decoro. Il razzismo non c'entra. Le banche, per esempio, non possono aprire in centro storico a Parma per effetto di un regolamento approvato anni fa. Anche questo è discriminatorio?" 

Alcuni cittadini hanno lanciato una raccolta firme per chiedere la modifica/non approvazione del testo. Cosa ne pensa? 

"Va bene ora fare le polemicucce ma poi quando una di queste attività apre sotto casa ci si lamenta. Mi ricordo della vicenda legata, per esempio, all'open shop di via Bixio e di quante proteste aveva generato. Gli interventi in questo senso, che hanno poi trovato spazio nel regolamento, sono stati chiesti dai cittadini residenti, dai comitati di quartiere, per esempio dal Ccv Oltretorrente. Dopo aver fatto un'analisi della situazione abbiamo deciso di intervenire sulle attività più problematiche: i minimarket per esempio. La vendita di alcolici crea dei problemi di ordine pubblico. Il regolamento è stato presentato nel 2018 all'interno del Piano del piccolo commercio che comprendeva anche tutta una serie di misure e strategie di rilancio e sostegno di nuove attività commerciali. Il testo era stato approvato insieme alle associazioni di categoria. Perchè quattto anni fa nessuno ha detto niente?" 

Cosa si aspetta, dopo il passaggio in Commissione, oggi in Consiglio Comunale?

"Ho già spiegato in Commissione da dove ha origine il testo del regolamento. Non me lo sono inventato da un giorno all'altro ma è frutto di un'analisi, attivata a partire dalle richieste dei cittadini. Di razzismo non ce n'è. Oggi mi aspetto un confronto: verrà discusso e poi votato. Oltretutto ha una durata sperimentale di 9 mesi: il nuovo sindaco deciderà se portarla avanti oppure no". 


 

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