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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Sanità, prosegue la riforma emergenza: così cambia il Pronto Soccorso

Nei Centri di assistenza urgenza le Guardie Mediche per svuotare i Ps dei casi meno gravi

Fa un altro passo avanti la riforma dell'emergenza a Parma e in Emilia-Romagna. È prevista una centrale operativa per il 116117 anche nella città ducale. Si tratta di una struttura  con le stesse modalità del 118. In questo modo tutti i casi a bassa complessità come febbre, influenza, lombalgia, dolori articolari, sintomi gastrointestinali, ustioni minori, stati ansiosi e vertigini dovrebbero trovare risposta nei Cau (centri di assistenza e urgenza), lasciando così che i Pronto soccorso si occupino delle emergenze vere e proprie e degli interventi tempo-dipendenti. I codici bianchi e verdi infatti rappresentano oggi il 70% degli accessi ai Ps. Per i medici dei Cau saranno previsti anche corsi di formazione ad hoc. Per i cittadini, invece, si pensa a campagne informative capillari per riuscire a cambiare le loro abitudini

C'è l'intesa infatti tra la Regione e la Fimmg, la Federazione dei medici di medicina generale, che vengono così ufficialmente arruolati per la nascita dei nuovi Cau, i Centri di assistenza e urgenza. Quelle strutture, cioè, destinate a "drenare sul territorio" i casi meno gravi che rispondono ai codici bianchi e verdi, alleggerendo così i Pronto soccorso. Saranno i medici di continuità assistenziale, le ex guardie mediche, a lavorare in equipe nei Cau. Nei prossimi mesi saranno attivate le prime strutture, in base alla programmazione delle singole Conferenze territoriali socio-sanitarie, con l'obiettivo di avere almeno un Cau a regime in ogni provincia entro la fine dell'anno. Una prima sperimentazione è già stata avviata a Cervia, dove dal 2020 non c'è più il Pronto soccorso. E i risultati, si assicura in Regione, sono positivi. I Cau troveranno sede soprattutto nelle Case di comunità e negli ospedali territoriali, ma potranno sorgere anche dalla riconversione di Pronto soccorso e punti di primo intervento oppure, dove gli standard lo consentono, anche negli ambulatori di gruppo dei medici di base. I Cau saranno aperti sette giorni su sette, con l'obiettivo di arrivare a coprire le 24 ore. Saranno dotati di sala d'attesa, ambulatori, strumenti diagnostici e saranno presidiati da almeno un medico e un infermiere. Per i dottori che ne faranno parte, su base volontaria (la Regione aprirà dei bandi per l'adesione), è previsto un incentivo economico. Nel giro di un anno, poi, sarà attivo il nuovo numero unico per le emergenze 116117, che diventerà la modalità principale per contattare i Cau, a loro volta collegati con le centrali 118 e i medici di base

Riorganizzare le guardie mediche e aprire i Cau, sostiene Donini, permetterà anche di far fronte proprio alla mancanza di professionisti. "Rimane il dubbio se riusciamo a coprire tutti i Cau- confessa dal canto suo Morini- ma contiamo che i giovani tornino ad avvicinarsi alla professione con questo progetto". All'esperimento dell'Emilia-Romagna è interessato anche il ministro della Salute, Orazio Schillaci. "Gli ho parlato ieri- conferma Donini- vuole una copia dell'accordo, perchè può essere utile anche in altre Regioni

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