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Screening del colon retto: le novità della ripartenza

La nuova organizzazione per ridurre gli spostamenti, quindi i contatti tra le persone e incentivare l‘adesione

Con il doppio obiettivo di ridurre gli spostamenti e quindi i contatti tra le persone in questa fase in cui il coronavirus è ancora in circolazione  e di incentivare l’adesione al programma, l’Azienda USL ha definito nuove modalità organizzative di partecipazione allo screening per la prevenzione e diagnosi precoce dei tumori al colon retto.

IL KIT A CASA Già dai prossimi giorni, insieme alla lettera di invito,   l’Azienda USL spedisce a casa dei cittadini di età compresa tra i 50 e i 69 anni, anche il kit con tutto il necessario per la raccolta delle feci e ogni utile indicazione.

LA RICONSEGNA del campione avviene in autonomia. Nella lettera è indicato il luogo (e terminata la fase di avvio, l’elenco di più luoghi) dove lasciare il kit. Si tratta di Case della Salute e  Poliambulatori dell’AUSL dove il cittadino trova  appositi contenitori refrigerati con opportuna cartellonistica per la loro agevole identificazione, nei quali mettere i campioni in maniera totalmente autonoma.  La riconsegna deve avvenire entro due mesi dall’invito ricevuto.

I PRIMI a testare questa nuova modalità sono circa 8.000 cittadini residenti a Salsomaggiore e Noceto in età di screening. Per loro, la riconsegna del campione negli appositi contenitori refrigerati,  è per Salsomaggiore,  il Polo Sanitario di via Roma, n. 9, nel locale del CUP, il  lunedì, mercoledì e  venerdì dalle 7.30 alle 14, il martedì e il giovedì dalle 7.30 alle 16; per  Noceto,  è la Casa della Salute in Via C.A. Dalla Chiesa, n. 30, all'ingresso, dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 19.30. Con  questa nuova modalità, a settembre, verranno spediti gli inviti anche ai residenti nei Distretti di Parma e Sud-Est. Nel Distretto Valli Taro e Ceno l’attività di screening è in corso con le modalità originarie assicurate nelle sedi dell’AUSL.

IL RITORNO ALLA NORMALITA' “Da giugno scorso – spiega Paolo Orsi, responsabile del programma di screening provinciale dell’Azienda USL di Parma - abbiamo ripreso l’attività sospesa per due mesi a causa del covid-19, con l’obiettivo di invitare circa 30.000 persone di Parma e provincia entro la fine di quest’anno. A maggio, abbiamo recuperato tutti gli accertamenti di secondo livello per i cittadini   risultati positivi alla ricerca del sangue occulto nelle feci in fase pre-covid: tutte le 300 colonscopie eseguite non hanno evidenziato ritardi diagnostici”.

ATTENZIONE ALLA SICUREZZA “La ripresa dell’attività – assicura Giada Giannino, responsabile organizzativa del programma di screening – avviene in tutta sicurezza, nel rispetto delle regole per contrastare la diffusione del covid-19, a garanzia dei cittadini e degli operatori sanitari. Anche per questo è stata ridefinita l’organizzazione dell’attività in più strutture sul territorio, per evitare assembramenti, e introdotta questa nuova modalità di consegna kit a domicilio e raccolta dei campioni in autonomia. Per ogni informazione, i cittadini possono chiamare il numero del Centro Screening 0524.515785 dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 15 o scrivere a colonretto@ausl.pr.it”.

LO SCREENING Promosso dalla Regione Emilia-Romagna e realizzato dall’AUSL con la collaborazione delle Associazioni del Volontariato locale,  è attivo da 15 anni e si rivolge a uomini e donne tra i 50 ai 69 anni residenti a Parma e provincia. Sono oltre 100.000 le persone (di cui il 60% residenti a  Parma città) che con lettera inviata a domicilio dall’AUSL, ogni due anni vengono invitati ad eseguire un test per la ricerca di sangue occulto nelle feci. Individuare piccole perdite di sangue consente di diagnosticare polipi o lesioni tumorali in fase molto precoce. Questo significa poter intervenire tempestivamente con le cure aumentando la possibilità di completa guarigione. I positivi al test di ricerca del sangue occulto nelle feci (il 5% di quelli che aderiscono) vengono sottoposti ad un accertamento ulteriore per capire la natura del sanguinamento che, nel  20% circa dei casi, è dovuto a polipi benigni che vengono poi asportati durante la colonscopia. L’adesione allo screening è del 55%, un numero che può e deve aumentare, basti pensare che dal suo avvio ad oggi, la campagna di screening ha consentito di ridurre la mortalità di oltre il 20%. La partecipazione allo screening è gratuita.
 

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