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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Sfratto in borgo delle Colonne: Maria e la nipote di 11 anni avranno una casa popolare

Dopo l'intervento dell'Alto Commissariato dell'Onu per i diritti umani e gli scontri tra attivisti e polizia davanti all'abitazione. La Rete Diritti in Casa: "Gli sfratti senza passaggio da casa a casa sono una violenza atroce contro chi li subisce e che la completa insufficienza del patrimonio abitativo pubblico non può più essere negata da nessuno"

E' finita con un lieto fine la storia di Maria, la donna 60enne che viveva con la nipote di 11 anni, sotto sfratto dall'abitazione di borgo delle Colonne a Parma. Dal 15 settembre, infatti, Maria e sua nipote potranno entrare in una casa popolare. Dopo la decisione dell'Alto Commissariato dell'Onu per i diritti Umani - che aveva chiesto allo Stato italiano di adottare misure temporanee di sospensione dell'esecuzione, riconoscendo la condizione di particolare fragilità del nucleo famigliare - il 12 maggio c'erano stati alcuni scontri tra attivisti e forze dell'ordine durante lo sfratto in borgo delle Colonne: nella stessa mattinata era arrivata la decisione del rinvio da parte del Tribunale di Parma. 

"Nella vicenda - sottolineneano gli attivisti della Rete Diritti in Casa - è intervenuto anche l'Alto Commissariato dell'Onu per i diritti Umani che aveva chiesto allo Stato italiano di adottare misure temporanee di sospensione dell'esecuzione, riconoscendo la condizione di particolare fragilità del nucleo famigliare sottoposto a sfratto. Questa sollecitazione non è stata raccolta dal Tribunale di Parma che ha creato pertanto un contrasto tra un ente sovranazionale come l'Onu  e lo stato Italiano che pur  avendo aderito a un trattato internazionale  che prevede che siano garantiti i diritti  umani fondamentali (PIDESC) tra i quali quello a un alloggio adeguato, non rispetta gli stessi nemmeno davanti a una sollecitazione da parte dell'Alto Commissariato dell'ONU". 

"Una piccola vittoria per il movimento di lotta per la casa a Parma - prosegue l'associazione - ma anche l'amara constatazione del fatto che situazioni veramente gravi come quella del nucleo di Maria sono state prese in considerazione, con colpevole ritardo, solo in seguito all'intervento dell'Onu. A complicare la situazione anche una assurda norma del regolamento regionale per l'assegnazione dell'Erp che esclude dalla partecipazione al bando i nuclei che sono residenti in regione da meno di 3 anni. Da parte nostra è sempre più forte la consapevolezza del fatto che gli sfratti senza passaggio da casa a casa sono una violenza atroce contro chi li subisce e che la completa insufficienza del patrimonio abitativo pubblico non può più essere negata da nessuno"

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