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Via Kennedy: gli studenti dormono in tenda contro il caro affitti

La protesta degli universitari arriva anche a Parma: "Settemila appartamenti sfitti che potrebbero essere utilizzati per l'emergenza"

Gli affitti per gli studenti universitari a Parma sono ormai fuori controllo. Lo abbiamo mostrato in una recente inchiesta. Una stanza non su trova a meno di 500 euro. Gli studenti universitari di Parma hanno messo le tende in via Kennedy, seguendo la protesta già attivata in molte città italiane. 

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"Anche qui a Parma - si legge in una nota degli studenti - stiamo aderendo alla protesta già avviata in molte città da parte degli studenti universitari. Lo facciamo perché nonostante la narrazione dei media dipinga Parma come una realtà a misura di studente, fortemente inclusiva e accogliente, la realtà che viviamo è ben diversa. Il mercato imobiliare è completamente inaccessibile e nelle mani della speculazione privata.

I servizi, come quello della mensa e dei trasporti, i cui prezzi aumentano nel contesto del carovita generalizzato, rendono l’accesso all’università sempre più un privilegio, escludendo dagli studi superiori coloro che non possono permetterselo. Viviamo una situazione paradossale: nella nostra città, infatti, ci sono circa 7000 appartamenti sfitti, che potrebbero essere utilizzati per fronteggiare almeno in un primo momento la problematica.

L’emergenza abitativa non riguarda unicamente la popolazione studentesca: il contesto della città di Parma è particolarmente ostile alle famiglie di estrazione popolare, basti pensare che l’accesso alla casa popolare è possibile solamente per chi ha un ISEE inferiore alla bassissima soglia di € 17.500. Inoltre, il numero di case destinate a residenza pubblica è esiguo, e nel caso dell’Università la situazione è del tutto analoga: a fronte di una popolazione di circa 17.000 studenti fuorisede i posti letto negli alloggi pubblici di ER.GO sono poco più di 600.

L’affitto di una stanza è il primo ostacolo che è costretto ad affrontare uno studente o studentessa fuori sede appena mette piede nella nostra città. Alle difficoltà di natura economica si sommano barriere razziali e sessiste nella ricerca di un alloggio. Sono infatti numerose la segnalazione di studenti e studentesse internazionali e meridionali rifiutati dal locatario sulla base della loro provenienza.

Con le nostre tende siamo qui a simboleggiare la precarietà della vita di studentesse e studenti in questo momento. come nel caso degli aumenti delle mense, contro i quali abbiamo occupato, continuiamo a lottare contro un modello di istruzione e residenzialità sempre più escludente e contro le misure politiche mirate a riversare su chi è già in difficoltà i costi della crisi economica e della guerra in atto"

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