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Caso Esposito, Fisi: "Mai messa in dubbio la qualità dell'Ospedale ma non deve imbavagliare i dipendenti"

Il sindacato risponde alla lettera dei medici: "Quelle parole dimostrano ancora una volta il tentativo “pubblico” di isolare la professoressa e di umiliarla caratterizzandosi, questo atteggiamento, come un atteggiamento lapalissiano di “mobbing orizzontale”

Il sindacato Fisi risponde alla lettera dei medici dell'Ospedale Maggiore di Parma sul caso della dottoressa Susanna Esposito (L'INTERVISTA), pediatra infettivologa ordinaria di Pediatria all’Università di Parma e Direttrice della Clinica Pediatrica all’Ospedale Pietro Barilla dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Parma, prima sospesa e poi riammessa dal Tribunale del Lavoro di Parma. 

"Leggiamo, con sgomento, una nota stampa a firma di diversi Direttori di Dipartimento del Maggiore di Parma con la quale gli stessi confondono la vicenda giudiziaria della professoressa Susanna Annunziata - vicenda complessa e risolta da un tribunale che ha riammesso al lavoro la stessa - con l’onorabilità della struttura sanitaria difendendo  – oltremodo ed al di fuori di ogni contegno – la gestione a dir poco grossolana e autoritaria del Direttore Generale Fabi. Nessuno, né la professoressa Esposito, né la Fisi, ha mai messo in dubbio la qualità della struttura sanitaria che, però, deve rispettare le norme, il diritto dei dipendenti alla critica sulle disfunzioni e soprattutto non deve “imbavagliare” i dipendenti impedendo a loro di esprimere liberamente le proprie idee e non deve adottare  “rimedi punitivi”.

In talune Regioni Italiane alcuni Presidenti di Regione hanno atteggiamenti da “Monarchi” ed in questo caso la Regione Emilia-Romagna ha avuto atteggiamenti autoritari ed al di fuori delle norme, come certificato dal tribunale competente che ha riammesso la stimata professionista. Le critiche elevate dalla professoressa Esposito non sono “…..gettate, così, per discredito, con notizie prive di fondamento, su una organizzazione, come l’Ospedale Maggiore di Parma…..” (come si evince dalla nota stampa dei Direttori di Dipartimento), ma critiche fondate ed inviate dalla professoressa in maniera gerarchica dapprima ai vertici aziendali e poi regionali e - per causa delle quali – sono state disposte ben due sospensioni illegittime che hanno portato la vicenda, poi, a conoscenza pubblica.

Ai Direttori di Dipartimento firmatari della nota stampa, totalmente inconferente nella questione Esposito, vogliamo rappresentare che difendono una posizione aziendale indifendibile già sanzionata dalla giustizia. Invero le giustifiche addotte nella nota citata, oltre a dimostrare un asservimento al potere politico e gestionale del Maggiore e della Regione Emilia – Romagna, dimostrano ancora una volta il tentativo “pubblico” di isolare la professoressa e di umiliarla caratterizzandosi, questo atteggiamento, come un atteggiamento lapalissiano di “mobbing orizzontale” e perciò ulteriormente denunciabile. Infatti, sulla questione, nessuno si aspettava che la professoressa Esposito fosse difesa dai colleghi, ma nemmeno che gli stessi si accanissero per dimostrare la loro fedeltà al “monarca” di turno in prossimità delle elezioni politiche. Tornassero a fare i Medici, non i politici. Abbiamo il buon senso di tacere, loro non potranno mai emulare il coraggio e la trasparenza di una “leonessa” quale è la dottoressa e professoressa Esposito Susanna" 

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