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Tardini, Italia Nostra contro il progetto: "Problemi ambientali, logistici e sociali"

L'associazione sulla delibera per l'interesse pubblico: "Chi sarebbe disposto a cedere un bene senza saperne il valore?"

Il progetto del nuovo stadio Tardini, dopo l'approvazione della delibera per l'interesse pubblico, continua a suscitare proteste da parte del mondo ambientalista.

"La Sezione di Parma di Italia Nostra - si legge in una nota -  conferma di essere al fianco di quelle associazioni, comitati e cittadini che hanno manifestato deciso dissenso dal progetto del nuovo stadio cittadino.

Le ragioni urbanistiche, logistiche, ambientali, sociali e di sicurezza che si oppongono alla scelta sono state espresse da più parti in modo autorevole ed articolato e, del resto, possono essere toccate con mano e vissute direttamente da chiunque intenda transitare o frequentare la zona in tempo di eventi.

La discussione consiliare ha chiarito oltre ogni dubbio che al privato sarà consentito, tramite la cessione gratuita del diritto di superficie del Tardini, attuare le proprie iniziative commerciali in cambio della realizzazione di un’opera del tutto avulsa dal contesto storico residenziale nel quale si è potuta a suo tempo collocare solo tramite una pesante serie di violazioni purtroppo invano rilevate in sede giudiziaria.

Ancora attualmente rimane misteriosa la ragione per cui la collocazione dello stadio è ritenuta compatibile con la programmazione provinciale di decentrare le attività a maggiore afflusso di pubblico, quando l’ARPAE  ha rilevato che le nuove funzioni dello stadio (spettacoli, commerciale, ecc.) sono a forte richiamo di pubblico. Forse anche la Provincia di Parma dovrebbe uscire dal ruolo di semplice spettatore per assumere quello di più attivo interlocutore di scelte che oltrepassano l’ambito comunale.

Pure irrisolto, e destinato a rimanere tale data la collocazione dell’opera, è il problema dei parcheggi, posto che quelli scambiatori non sono certo, come prescrive la norma sulla sicurezza degli stadi, in “prossimità” del Tardini.

A questo punto occorrerebbe anche che ognuno spassionatamente si chiedesse se sarebbe mai disposto a cedere un bene prima di conoscerne il valore. Infatti è stato osservato che il Comune di Milano prima di dichiarare l’esistenza dell’interesse pubblico, ha giustamente chiesto ed ottenuto dall’Agenzia delle entrate il valore del diritto di superficie dello stadio.

Perché Parma non ha seguito l’esempio di Milano? Questa omissione conviene all’interesse pubblico? Giova all’interesse pubblico avviare un percorso quando la Conferenza dei servizi preliminare, oltre a numerose criticità, ha dato un parere sostanzialmente negativo sull’aspetto economico del progetto?

Poiché l’ultimo passaggio in Consiglio comunale lascia aperti anche questi interrogativi, Italia Nostra continuerà a dedicare la massima attenzione critica ad una vicenda che rischia di ulteriormente compromettere, come ebbe a suo tempo a rilevare il giudice, le più elementari esigenze di vita dei cittadini". 

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