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Thuram: "Il razzismo è una trappola, siamo tutti esseri umani"

Il Parma ha giocato la sua ultima partita casalinga con una divisa completamente nera, a sostegno del Black Lives Matter

"Il razzismo è una trappola, siamo tutti esseri umani. Parma sarà sempre al centro della mia vita e io sono molto fiero di questo gesto incredibile. Dietro alla squadra c'è sempre una città e tanta gente civile di cui non si parla mai. Quando dimostri la volontà di essere una società che cerca il bene, non retrocedi mai, anzi rinasci". Queste le parole di Lilian Thuram, ex difensore del Parma e campione del mondo con la Francia nel 1998, a La Repubblica, a sostegno dell'iniziativa del Parma che, nonostante sia già retrocesso in Serie B, ha giocato la sua ultima partita casalinga con una divisa completamente nera, a sostegno del Black Lives Matter, movimento attivista internazionale originato all'interno della comunità afroamericana.

Thuram ha giocato per 5 anni a Parma e li sono nati anche i suoi figli: Marcus nel '97 e Khepren (a Reggio Emilia) nel 2001. "È un'iniziativa potente perché coinvolge società e tifosi perché invita a riflettere sul fatto che nella nostra società ci sono problemi. E che va oltre i soldi e il profitto. Rende tutti più consapevoli, anche la gente che non vuole vedere, anche quelli che dicono non si tratta di razzismo, ma solo di episodi legati ad alcune persone. Invece - prosegue Thuram - è un problema culturale della nostra società". Importante per l'ex difensore di Parma e Juventus è "capire i meccanismi intellettuali invisibili che sostengono il razzismo e rimetterli in discussione", perché "a nostra partita è anche aiutare a cambiare le teste e provare a rendere il mondo migliore. Il calcio non può e non deve essere la vittoria di un'oligarchia che mette il guadagno al primo posto, bisogna rimettere la solidarietà al centro del gioco, ridistribuire in maniera più equa la ricchezza. Condividere e non approfittare", ha sottolineato Thuram. Il 49enne difensore ha parlato anche di un altro giocatore cresciuto nel Parma, che nonostante l'età ha ancora la passione per il vero calcio: "Buffon ha ancora tanta passione, il piacere di allenarsi, di entrare nello spogliatoio con i suoi compagni. Non c'entra il mestiere, ma la gioia che provi. Sai che un giorno arriverà quel giorno e che sarà irreversibile, quando smetti tutto finisce, e allora rimandi, rimandi. Io non ho avuto scelta, mi sono dovuto fermare per una malformazione cardiaca. Forse meglio così, perché non sarei mai riuscito a dire basta".

Thuram ha poi introdotto il suo libro in uscita in Italia da Add editore, che si intitola 'Il Pensiero Bianco': "parte da una conversazione telefonica con un amico: "Pierre, se io sono nero, tu cosa sei?" "Normale", è la sua risposta. Il libro parla dell'identità legata al colore della pelle che noi abbiamo integrato come normale. Il razzismo di oggi è una trappola, è un'ideologia politica per giustificare e rendere accettabile la cristallizzazione di una gerarchia, una costruzione voluta da una minoranza avida della società per sfruttare altra gente. Prima di vederci come bianchi o neri o altro. La prima cosa che ci definisce è che siamo tutti esseri umani - ha proseguito l'ex campione del Mondo -. Quando tra mezzo secolo ci guarderemo indietro ci chiederemo: come abbiamo potuto lasciare morire così tante persone in mare? Com' è stato possibile che l'Europa abbia chiuso le frontiere a chi cercava un rifugio dicendo voi non siete legittimati ad entrare e qui non c'è posto per voi? Potete morire". A proposito della 'Rule 50', la regola che vieta podio olimpico ogni manifestazione politica, religiosa, sociale, Thuram ha detto: "non mi disturba, so che è per quella e per i guanti neri, Smith e Carlos vennero cacciati a Mexico City nel '68, ma da allora i tempi sono cambiati"

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