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Vaccinazioni a San Marino non riconosciute, Donini: "Servono indicazioni nazionali sulle immunizzazioni fatte con lo Sputnik"

L'assessore ha scritto al Ministro della Salute: "Dobbiamo sapere come regolamentare la mobilità dei cittadini e dei lavoratori "frontalieri" per evitare altre difficoltà alle attività economiche"

Le vaccinazioni anti-covid con Sputnik, fatte nella Repubblica di San Marino, al momento non sono riconosciute in Italia. Questo perché il vaccino russo non è autorizzato dalle agenzie europee ed italiane di sorveglianza dei farmaci, Ema e Aifa.
La conseguenza, per la vicinanza con la Romagna e per gli interscambi che da sempre esistono con la Repubblica del Titano che non aderisce alla Ue, è che si creano grosse difficoltà per le persone, per le attività economiche, per la relazioni tra comunità vicine.
E’ questa la ragione, in vista anche dell’obbligatorietà del Green pass per accedere a numerosi servizi e attività aperti al pubblico, per la quale l’assessore regionale alle Politiche per la salute Raffaele Donini ha scritto oggi al ministro della Salute Roberto Speranza. Obiettivo della missiva sollecitare indicazioni nazionali in tema di immunizzazioni con il vaccino Sputnik, somministrato a San Marino a cittadini residenti e lavoratori frontalieri.

“L’introduzione dell’obbligatorietà della certificazione verde Covid-19 per l’accesso a numerosi servizi e attività aperte al pubblico- scrive Donini- sta facendo emergere una problematica che coinvolge i cosiddetti ‘frontalieri’ che afferiscono in particolar modo alle province dell'Azienda Usl Romagna. Un tema che riguarda strettamente le comunità, gli amministratori e le attività economiche”.  

A questo proposito, la Regione chiede al Ministro della Salute come procedere per il riconoscimento della certificazione verde Covid-19 nei confronti dei cittadini sanmarinesi e dei cittadini italiani residenti nella Repubblica di San Marino che sono stati immunizzati con il vaccino Sputnik. Si chiede anche a Roma come regolamentare la mobilità dei cittadini e dei lavoratori frontalieri che si troveranno in questa condizione, “al fine di evitare ulteriori difficoltà alle attività economiche del territorio interessate”. “Un tema- chiude Donini- che può riguardare anche altre regioni di confine, e su cui è necessario un riscontro urgente per risolvere questa criticità e dare una risposta agli amministratori e ai cittadini coinvolti”

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