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La paura per la variante Delta, Meschi: "Il virus continua a tormentarci, serve la doppia dose"

La responsabile dei reparti Covid: "La guerra non è ancora finita: massima allerta per i prossimi mesi, potrebbe diventare prevalente anche da noi"

La variante Delta del Covid-19 - ormai diffusa almeno per il 17% su tutto il territorio nazionale - fa paura anche a Parma e provincia. Anche se i dati sull'incidenza nel nostro territorio - per ora - non sono disponibili le strutture sanitarie si stanno organizzando per rispondere all'ennesimo attacco da parte del virus. Una situazione che preoccupa e richiede la massima allerta. Tiziana Meschi è la responsabile dei reparti Covid dell'Ospedale Maggiore: le abbiamo chiesto come la nostra città si sta preparando per affrontare la situazione. E' essenziale terminare la somministrazione delle seconde dosi e vaccinare le categorie socialmente fragili. 

Dottoressa Meschi, sono disponibili dati sulla diffusione della variante delta nel nostro territorio?

"No, per ora non abbiamo ancora i dati. Stiamo chiedendo il sequenziale di tutti i casi di contagio a Parma e provincia proprio per capire l'incidenza di questa variante. Alcuni dati parlano di una diffusione del 17% a livello nazionale, ma ci sono stime al rialzo. Al momento non sappiamo ancora se i pazienti Covid del nostro territorio hanno o meno la variante Delta". 

Che effetti potrà avere, sul lungo periodo, rispetto all'occupazione dei posti letto nel reparto Covid? 

"Per quanto riguarda l'Ospedale Maggiore abbiamo 30 ricoverati Covid al barbieri e 47 in totale. Le notizie che provengono dall'estero - soprattutto dalla Gran Bretagna dove c'è un'incidenza della variante delta ormai del 96% dei casi - devono portarci ad un estrema attenzione. E' necessario accelerare per quanto riguarda il sequenziamento, per capire l'incidenza delle nuove varianti sul territorio". 

La variante delta fa paura?

"In questo momento i contagi sono molto bassi, questo non significa che nei prossimi mesi la variante delta non possa prevalere anche da noi. Noi, ora, possiamo proseguire alacremente per quanto riguarda le vaccinazioni: la protezione data dai vaccini infatti è più debole per chi ha fatto una sola dose. Per questo motivo dobbiamo completare le doppie dosi e poi occuparci delle categoria socialmente fragili: dai senzatetto agli irregolari. Se tra gennaio e febbraio abbiamo privilegiato le fragilità sanitarie è arrivata l'ora di occuparci di loro".

Variante delta e vaccini: esistono dati relativi alla protezione di chi si è già vaccinato? 

"Si, ci sono tanti dati: sono uscite pubblicazioni che confermano la protezione dopo una doppia dose ma dobbiamo tener conto anche che la variante delta ha una certa capacità di evasione. Dobbiano stare estremante attenti: sappiamo che ha una contagiosità superiore alle altre varianti, ma anche che incide debolemte sulla ospedalizzazione e molto poco sugli ingressi in terapia intensiva. Poi c'è la delta plus, ancora più contagiosa". 

Come vi state preparando per affrontare la variante delta?

"Proseguiamo la nostra attività al reparto Covid del Barbieri, con le Usca e le unità mobili interdisciplinari: contiunaiamo a tenere tutto sotto controll. Il tracciamento dei positivi continua ad essere molto importante: abbiamo dalla nostra parte i vaccini ma dobbiamo mantenre le norme che abbiamo imparato in questi mesi. La guerra non è ancora finita, non possiamo ancora dirci liberi da questo virus, anche se siamo in un momento di relativa calma. Le terapie intensive sono scariche e stiamo riuscendo a lavorare bene. Stiamo lavorando in un clima di incertezza, alcune risposte non le abbiamo: è difficile fare previsioni, dobbiamo continuare a lavorare al massimo delle nostre possibilità". 


 

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