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A cura di Giada Bertini

Marius potrebbe morire due volte: schiaffo all’opinione pubblica

Dopo Marius, una seconda giraffa, che si chiama anch'essa Marius, è condannata a morte. l'Ente Nazionale Protezione Animali: intervengano Parlamento e Commissione UE

Dopo il tragico destino del piccolo Marius, di soli 18 mesi, abbattuto il 9 febbraio 2014 allo zoo di Copenaghen, perché considerato in sovrannumero, in nome di una logica prettamente economica, giunge minaccia di un altro zoo danese, il Jyllands Park, intenzionato a seguire l’inaccettabile esempio mettendo a morte un altro esemplare di giraffa di 7 anni che, ironia della sorte, si chiama anch’esso Marius. Un vero e proprio schiaffo all’opinione pubblica e ai milioni di cittadini europei, prima mobilitatisi per trarre in salvo il cucciolo, che poi hanno espresso con indignazione l’orrore di fronte all’efferatezza della soluzione adottata, che rimette in discussione il ruolo degli zoo. Questa la posizione dell’Ente Nazionale Protezione Animali, di cui si è fatta portavoce Ilaria Ferri, direttore scientifico: “Consideriamo l’accaduto un fatto gravissimo, ma che purtroppo non è raro, poiché strutture del genere non provano nemmeno ad intraprendere la strada dell’accoglienza presso santuari degli animali in sovrannumero”. La macabra esecuzione del piccolo Marius è avvenuta di fronte ad un pubblico composto anche da bambini: un colpo di pistola alla testa seguito dall’autopsia, e infine la carcassa è stata data in pasto ai leoni nello zoo. L’uccisione (non dettata certamente da leggi di natura) sarebbe inoltre avvenuta per motivi “sanitari”, data l’origine endogamica della nascita di Marius, secondo l’applicazione di alcune norme europee volte a prevenire la consanguineità all’interno di gruppi di animali. Infatti, lo zoo danese sostiene che sia tutto “a norma di legge” perché la struttura aderisce ad un programma di allevamento europeo per giraffe vincolato da rigide regole che vietano la riproduzione fra consanguinei allo scopo di mantenere sane le specie presenti. Una morte annunciata che ha fatto il giro del mondo, e contro cui sono state attivate mobilitazioni, petizioni internazionali, offerte di adozioni da parte di rifugi e parchi europei, e ora la nuova possibile condanna di un’altra giraffa Marius giunge poco dopo l’allarme lanciato dalla Protezione Animali.

Le associazioni animaliste ribadiscono l’ipotesi del trasferimento in altro zoo o il tentativo di reintroduzione in natura all’interno di una riserva. Di fronte a tutto ciò E.N.P.A. ha immediatamente scritto all’Unione Europea Zoo e Aquari (EAZA) ed al CITES, interessando anche il Parlamento europeo, a cui proprio nelle ultime è arrivato il caso. L’eurodeputato (PD) Andrea Zanoni, vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo, ha scritto a Dan Jorgensen, ministro per Alimentazione, Agricoltura e Pesca in Danimarca, affinché l’esecuzione non rimanga impunita. “Rinnoviamo l’appello alla Commissione e al Parlamento europei per  intervenire urgentemente nel mettere in salvo la giraffa dello Jyllands Park. – ha commentato E.N.P.A. – Ma chiediamo che risolvano finalmente anche il problema delle strutture di detenzione. Se l'Europa vuole essere portatrice degli ideali di civiltà e di comunione fra i popoli, non può e non deve tollerare che altri esseri senzienti vengano condannati a vivere da reclusi o finiscano massacrati impunemente solo perché non generano profitto”. Non c’è nulla di formativo nell’insegnare (soprattutto di fronte ai bambini) che sia ammissibile il dominio di una specie sulle altre, esercitato poi con crudeltà, superficialità e non curanza. Secondo i dati diffusi dal CAPS solo in Europa fra i 7500 e i 200mila animali rischiano di seguire il triste destino di Marius. Si spera che la sua morte serva almeno a dissuadere coloro che ancora credono nell’utilità degli zoo, dove l’unico spettacolo è quello che ci fa da specchio per mostrarci quanto l’uomo si sia allontanato dall’ideale di etica e giustizia che tanto proclamiamo. 

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