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Giovedì, 28 Marzo 2024
Animal voice

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A cura di Giada Bertini

L'E.N.P.A. dice no alle "Olimpiadi di sangue"

Sochi 2014. Massacro di randagi e riduzione in cattività di due orche, l'Ente Nazionale Protezione Animali dice "no"

“Ci risiamo. Dopo gli europei in Ucraina, ancora una volta un evento sportivo viene usato a pretesto per condurre una feroce campagna di sterminio nei confronti dei randagi”. Questo il commento del direttore scientifico dell'Ente Nazionale Protezione Animali, Ilaria Ferri, alla notizia secondo cui l'approssimarsi delle Olimpiadi invernali avrebbe spinto le autorità di Sochi a  risolvere il problema randagismo ricorrendo ad soluzioni estreme e cruente: l'uccisione di massa. Tutto questo non ha nulla a che vedere con lo spirito di pace che dovrebbe contraddistinguere i Giochi Olimpici. “E’ intollerabile che venga scatenata una vera e propria guerra senza quartiere contro altri esseri viventi, inermi e indifesi. – ha continuato Ilaria Ferri – Così come è inaccettabile che le Olimpiadi invernali possano diventare il pretesto per catturare animali liberi e condannarli ad una vita da reclusi all'interno di un delfinario. Tra l'altro, vorrei ricordare che proprio la Russia è uno dei Paesi acquirenti dei delfini catturati nella baia Taiji, in Giappone”. Infatti, a fare le spese dello “spirito olimpico” delle autorità russe  (già finite nell'occhio del ciclone per la politica di discriminazione nei confronti degli omosessuali) non sono solo i randagi, ma anche due orche, catturate nei giorni scorsi e che, insieme ai delfini, saranno destinate ad essere detenute in un acquario per essere esibite al pubblico proprio in occasione dei Giochi Invernali. Ci appelliamo al Governo italiano e al Coni affinché manifestino il disappunto dell’opinione pubblica. E gli italiani sono invitati a non recarsi a Sochi e a non guardare in tv le Olimpiadi.  

Ma ecco di seguito il link della petizione per dire no alle “Olimpiadi di sangue”

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