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A cura di Giada Bertini

Vivo a Parma e vorrei diventare scrittrice. Amo gli animali sin da quando ero bambina, e crescendo ho imparato che l'animalismo è una prospettiva migliore tramite cui vivere il mondo, perché insegna a rispettare ogni essere vivente. Fortemente impegnata in questo campo come volontaria E.N.P.A., vivo insieme a Totoro e Takechi, non solo conigli, ma veri e propri compagni di vita

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Vivisezione, i metodi alternativi ci sono

A Roma "Nel Cuore" ha organizzato "La ricerca scientifica senza animali per il nostro diritto alla salute", convegno per dire stop alla ricerca su animali

Tanti fisici, biologi, medici e ricercatori italiani ed europei ritengono la sperimentazione animale un metodo inutile, inaffidabile e soprattutto dannoso per cavie e persone, oltre la questione etica. A vacillare per gli esperti sarebbe  la possibilità di rinvenire un qualsiasi fondamento scientifico derivante dal gap incolmabile tra i due generi che determinerebbe inutili sacrifici e rischi per la salute umana. Per dire basta alla sperimentazione animale i ricercatori hanno partecipato al convegno “La ricerca scientifica senza animali per il nostro diritto alla salute”, organizzato a Roma da “Nel Cuore” Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente, fondata dalla deputata di Forza Italia, Michela Vittoria Brambilla. Dai dati elaborati dall’Oms, negli ultimi dieci anni la popolazione colpita da diabete e cancro al seno sarebbe raddoppiata, la diffusione dell’alzheimer aumentata dal 5% al 24% e l’autismo incremento di 50 volte. L’unica soluzione è cambiare metodo di ricerca: dall’animale all’essere umano. «E’ già in corso una rivoluzione silente. - spiega Marcel Leist, specialista in biomedicina e tossicologia in vitro, professore della School of chemical biology (Germania) - A partire dagli anni ‘80 l’industria farmaceutica ha ridotto in modo significativo l’utilizzo di animali a vantaggio delle nuove tecnologie con risultati scientifici migliori, costi inferiori e risultati più veloci. Adesso è in corso la seconda fase». Sarebbero infatti diverse le tecniche alternative in fase di sperimentazione: dalla generazione in laboratorio di pelle umana per test cosmetici, ricerca su melanoma e allergie, alla creazione di tessuto polmonare, epatico o renale per studiare infezioni organiche. Tra le innovazioni più recenti invece il progetto dell’embrione virtuale ottenuto attraverso l’inserimento di cellule umane nel computer, condotto negli Usa dall’Agenzia Epa. «Vogliamo chiarire all’Italia che non è più necessario che muoiano animali per salvare le persone. - ha concluso Michela Vittoria Brambilla - C’e’ una ragione scientifica per dire no alla sperimentazione animale: il modello animale è diverso dall’uomo e dà risposte fuorvianti per la nostra salute. La sperimentazione sugli animali è solo un grande business e non possiamo permettere agli interessi privati economici e alle lobby che li tutelano di prevalere sul diritto dei cittadini di godere di una ricerca affidabile per la nostra salute». 

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