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Sabato, 20 Aprile 2024
L'università di Federica

L'università di Federica

A cura di Federica Perrini

Pablo

Infermieristica: lo stress degli studenti tirocinanti

Una studentessa al terzo anno di Scienze Infermieristiche a Parma racconta la sua esperienza

È una delle poche facoltà, quella di Infermieristica, che dopo soli tre anni assicura certezze per il futuro lavorativo. Alta è la richiesta di infermieri in Italia e proporzionata al numero di studenti che accedono alla facoltà dopo il test di ammissione. Ma a quale prezzo gli studenti giungono al loro obiettivo? «Sono tre anni di sacrifici continui in cui bisogna conciliare studio e lavoro stagistico non retribuito. Lezioni obbligatorie che portano via intere giornate, turni in ospedale al mattino, al pomeriggio e persino la notte. Studio costante nel poco tempo che rimane in vista di numerosissimi esami da pochi crediti l'uno che però prosciugano le energie a disposizione. Queste fatiche si accavallano alle comuni ansie degli universitari e non ci permettono di godere mai di un vero e lecito periodo di stacco tra una sessione e l'altra come magari fanno tutti gli altri studenti». Queste le parole di Laura (22 anni), studentessa al terzo anno di Scienze Infermieristiche, che afferma di rappresentare il pensiero di qualunque altro suo collega universitario con cui si è confrontata in questi anni. Ed è proprio così, la facoltà di Scienze Infermieristiche a Parma prevede: 26 blocchi d'esami comprendenti circa 5 materie l'uno per un totale di oltre 50 materie/esami da preparare in soli tre anni, ove gni blocco vale dai 3 ai 6 crediti. Inoltre 6 tirocini, da svolgere in 6 reparti differenti, composti da: 50 turni il primo anno (da 22 cfu), 75 il secondo (da 26.30 cfu) e 100 il terzo anno (da 28,10 cfu). Ogni turno è a sua volta composto da 8 ore per un totale di: 400 ore il primo anno, 600 ore il secondo e 800 il terzo anno. La maggior parte degli studenti di infermieristica, infatti, non riesce a laurearsi in corso data l'evidente mole di impegno che richiede questo corso di studi. «Credo che l'organizzazione del percorso didattico non favorisca affatto una nostra eccellente resa - aggiunge Laura - poichè la pretesa di conciliare pratica e teoria nello stesso arco di tempo è alquanto improponbibile dati i ritmi richiesti. Sarebbe meglio distribuire diversamente e in ordine negli anni sessioni comprendenti esami e sessioni comprendenti tirocini che, a mio parere, costituiscono il cuore della nostra formazione pratica e a diretto contatto con la nostra futura professione. Ad esempio, si potrebbero dedicare primo e secondo anno interamente a lezioni ed esami per poi praticare durante l'intero ultimo anno i tirocini formativi». Nonostante questi inconvenienti, che per passione e dedizione vengono comunque accettati e superati, gli studenti di infermieristica sono spesso tenuti a svolgere i tirocini nei mesi estivi. Questo è un dato spiacevole soprattutto per i fuori sede che difficilmente riescono ad avere vacanze per rientrare a casa persino ad agosto. Inoltre, per gli studenti borsisti è davvero dura raggiungere i crediti sufficienti per la conferma della borsa di studio poichè ogni esame vale appunto pochi crediti l'uno. Fortunatamente l'Er.go prevede, solo per questa facoltà, una proroga esclusiva di tre mesi per il raggiungimento dei crediti: mentre gli studenti delle altre facoltà hanno l'obbligo di raggiungere i crediti previsti entro agosto, per gli studenti di Infermieristica la scadenza è a novembre. «Almeno in questo caso l'Università di Parma ci viene in contro» spiega Laura, essendo lei stessa borsista fuori sede. Laura ora prepara gli "ultimi" esami nella sua stanzetta della residenza Volturno e conta di laurearsi per il prossimo aprile avendo già svolto tutti i tirocini nei reparti di: Malattie metaboliche, Chirurgia di urgenza breve, Medicina, Pronto Soccorso, Hospice e Ginecologia-Ostetricia. Come i suoi compagni di corso, ritiene fondamentale la dedizione e l'impegno in ogni tirocinio poichè, pur non essendo retribuiti come in altre città italiane o all'estero, gli stagisti hanno le stesse responsabilità e ricoprono lo stesso ruolo operativo di un infermiere a tutti gli effetti. Ovviamente i tirocinanti vengono affiancati da tutor specializzati che monitorano il loro lavoro e valutano infine il loro livello di apprendimento. Al termine di ogni tirocinio si tiene, infatti, un ulteriore esame che consiste nell'analisi di un caso di un paziente assistito durante lo stage. «È importantissimo - conclude Laura - essere diligenti nell'igiene e nel rapportarsi educatamente con pazienti e familiari. Se questa diligenza viene portata avanti con costanza, i riconoscimenti di tutor, pazienti e docenti stimolano una meritata soddisfazione che ripaga da stress e fatica. Ma una cosa è certa, se non si ha la passione per tale mestiere, sconsiglio a chiunque non sia disposto a fare simili sacrifici di intraprendere questo difficile ma affascinante cammino».

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