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Cronaca

"A Parma 1.500 imprese a rischio chiusura"

Grido d'allarme dei settori commercio, turismo e servizi della nostra città: il 70% delle aziende ha visto ridurre i propri ricavi negli ultimi sei mesi del 2020. Drammatica la situazione di bar e ristoranti

L'emergenza Covid ha colpito fortemente soprattutto le imprese del terziario della nostra città. Sarebbero quasi 1.500 infatti le aziende a rischio chiusura, dopo mesi e mesi di restrizioni. “La grave crisi economica legata purtroppo al perdurare dell’emergenza Covid – sottolinea infatti Vittorio Dall’Aglio Presidente Ascom Parma - ha fortemente colpito il terziario di Parma e provincia: 1450 sono le aziende cosiddette “zombie” che stanno utilizzando i ristori solo per restare a galla, senza possibilità di riprendere la normale attività e con l’elevato rischio che abbiano soltanto rimandato di qualche mese la chiusura".  

E' un grido d'allarme quello che arriva dai settori  commercio, turismo e servizi della nostra città: il 70% delle aziende ha visto ridurre i propri ricavi negli ultimi sei mesi del 2020. Drammatica la situazione di bar e ristoranti.

Le imprese di Parma stanno vivendo un momento molto difficile: oltre l’82% ritiene che la situazione economica dell’Italia sia peggiorata negli ultimi sei mesi dell’anno e il 66% ha visto peggiorare l’andamento dell’attività economica della “propria” impresa. Le restrizioni e le chiusure imposte alle imprese hanno inciso in modo profondo sugli introiti, oltre il 67% delle imprese ha visto contrarre i propri ricavi negli ultimi sei mesi del 2020 rispetto ai sei mesi precedenti.

Alcuni settori sono maggiormente in difficoltà: si tratta delle imprese del turismo e della filiera collegata, del commercio al dettaglio no food e dei servizi alle persone cui si aggiungono le discoteche, le palestre, gli ambulanti e i servizi alle imprese legati in particolare allo spettacolo, agli eventi e alla pubblicità. La situazione inoltre è stata aggravata da una insoddisfacente stagione dei saldi invernali: il 75% degli imprenditori di Parma ha lamentato una affluenza inferiore rispetto al medesimo periodo del 2020. Le imprese del commercio al dettaglio hanno registrato un vistoso calo degli incassi, il 58% ha dichiarato di avere venduto in misura inferiore rispetto ai saldi di gennaio 2020.

Quasi sei imprese su 10, ovvero il 59%, dichiarano di aver visto peggiorare la situazione della propria liquidità nel medesimo periodo rispetto al periodo precedente. In aumento la percentuale di imprese di Parma che hanno fatto richiesta di credito rispetto a giugno 2020, sono il 36% (erano il 28%). Tra queste il 68% ha visto accolta la propria domanda. 

Le imprese di Parma nonostante le difficoltà che stanno vivendo mostrano una certa resilienza: +161% le imprese che hanno implementato le consegne a domicilio, +33% quelle che hanno implementato l’e- commerce. I contributi erogati dal Governo a guida Conte sono stati considerati dall’88% delle imprese come inefficaci. Di queste, il 47,8% li considera del tutto inadeguati (l’impresa rischia di non resistere alla crisi) ed il 40,1% come poco efficaci (l’impresa, pur restando sul mercato, non sarà in grado di superare le difficoltà future). In aumento, sono il 74,2%, rispetto a giugno 2020 (erano il 71,2%), la percentuale di imprese di Parma soddisfatte dalle azioni introdotte dalla Ascom per fronteggiare la situazione di emergenza sanitaria ed economica.

““La grave crisi economica legata purtroppo al perdurare dell’emergenza Covid – commenta Vittorio Dall’Aglio Presidente Ascom Parma - ha fortemente colpito il terziario di Parma e provincia: 1450 sono le aziende cosiddette “zombie” che stanno utilizzando i ristori solo per restare a galla, senza possibilità di riprendere la normale attività e con l’elevato rischio che abbiano soltanto rimandato di qualche mese la chiusura. Un dato grave che deve farci riflettere. I continui stop and go di questi mesi sono diventati ormai insostenibili per le nostre imprese, fino ad oggi infatti le comunicazioni e le strategie del Governo non hanno tenuto conto della realtà e dei danni che tempi e modi adottati hanno causato alle aziende. Servono ristori veri e immediati. In questo senso siamo al lavoro proprio sui contenuti del Decreto Sostegno affinché nella fase di approvazione si tenga conto, per la determinazione dei ristori, del calo di fatturato registrato sull’intero anno 2020 e non su singole mensilità.”

“Entità e tempistiche dei ristori - ha aggiunto Cristina Mazza, vice direttore Ascom Parma – restano uno dei principali problemi se pensiamo che mediamente un’azienda operante nella ristorazione ha ricevuto, secondo i dati elaborati dal nostro Centro Studi, per tutto l’anno 2020, poco più di 11.000 €, nel settore sport e intrattenimento 5.400 €, nel commercio al dettaglio poco più di 4.000 € e circa 2.500 € nei servizi alla persona e nei trasporti. Ecco allora che cresce la domanda di liquidità in risposta alla quale, nel 2020, attraverso Confidi Parma sono stati erogati più di 11 milioni di euro di finanziamenti sfruttando al meglio i contributi
pubblici messi a disposizione dalla Regione, dalle Camere di Commercio e dai Comuni. In risposta alla crisi, per cercare di restare in contatto con la clientela, crescono anche il delivery e l’e-commerce, seppur con ritmi molto più lenti rispetto all’andamento registrato a livello nazionale.” 

“E’ per questo – ha concluso Dall’Aglio – che vogliamo continuare a stimolare i nostri operatori all’utilizzo anche dell’on line come strumento di vendita attraverso la formazione, l’assistenza dedicata e la realizzazione di piattaforme commerciali.”

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