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Cronaca

Acconciatori: 900 imprese a rischio a Parma in caso di zona rossa

In città e provincia ci sono circa 900 imprese in questo settore che non lavorerebbero più in caso di restrizioni da zona rossa

Confartigianato Acconciatori giudica “incomprensibile” l’ipotesi di chiudere le attività di barbieri e parrucchieri nelle zone rosse, secondo le anticipazioni sulla bozza del prossimo Dpcm. 

Si tratterebbe – sottolinea Michele Ziveri presidente di Confartigianato Acconciatori Parma – di un provvedimento ingiustificato nei confronti delle imprese di acconciatura che in questi mesi hanno applicato con la massima diligenza le linee guida dettate dalle autorità sanitarie e dal Governo, intensificando le già rigide misure previste dal settore sul piano igienico-sanitario. Ci siamo riorganizzati operando su appuntamento, togliendo delle postazioni di lavoro per rispettare il numero di presenze massime consentite a seconda delle dimensioni dei saloni. In questo modo, lo ripetiamo per l’ennesima volta, non si fa altro che favorire l’abusivismo, mettendo seriamente a rischio la salute di tutti, oltre che danneggiare ulteriormente sul piano economico le aziende in regola”.

In città e provincia ci sono circa 900 imprese in questo settore che non lavorerebbero più in caso di restrizioni da zona rossa. 

Gli esperti sanno bene che non è nei saloni di acconciatura ed estetica che ci sono i rischi maggiori di trasmissione del virus, questa misura ci sembra dunque incomprensibile. E credo che prima di adottare provvedimenti di queste proporzioni sarebbe importante mettere a conoscenza le imprese su quali ristori poter contare”.

A questo proposito, Confartigianato rileva che, nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020, in Italia, per l’effetto combinato di mancati ricavi a causa della chiusura e della concorrenza dell’abusivismo, le imprese di acconciatura e di estetica hanno registrato una perdita economica di 1.078 milioni di euro, pari al 18,1% del fatturato annuo.

“La nostra confederazione a livello nazionale ha chiesto ufficialmente al Governo di riconsiderare le misure restrittiveconsentendo lo svolgimento dell’attività di acconciatura anche nelle zone rosse, che lo ricordiamo è un sevizio alla persona, importante anche per garantire la tutela della salute dei cittadini, in particolare delle persone anziane, cosa che non è garantita se si ricorre agli abusivi – conclude Ziveri.

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