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Cronaca Centro / Piazza Duomo

Amerigo Gabba, ultimo poeta del paesaggio parmense

Mostra personale del pittore parmense, icona degli arredamenti di interni negli Anni Settanta, al Tcaffè (Strada al Duomo 7, Parma), fino a venerdì 30 novembre 2012. Orario di apertura dalle 8:00 alle 21:00

L’abitudine ad abbandonarsi al silenzio di un quadro, avvertendone i suoni, i colori, i profumi, entrando in empatia con il suo autore e facendo propria la sua visione, ebbene quest’abitudine si è forse oggi un po’ perduta. La vita moderna e i suoi ritmi frenetici hanno probabilmente influenzato anche la modalità e i tempi della visione, dell’osservazione. Ma se si vuole ancora assistere a quello spettacolo dell’immagine dipinta che lentamente si rivela e pervade i sensi, vale la pena di vedere le opere di Amerigo Gabba, maestro parmense il cui nome è noto sia negli ambienti della pittura, sia nel campo dell’arredamento d’interni, di cui è stato un’icona tra gli anni Sessanta e Ottanta.

Conclusi gli studi all’Istituto d’Arte Paolo Toschi di Parma, Gabba si diploma nel 1948 all’Accademia di Belle Arti di Bologna nella sezione di Scenografia, sotto la guida del prof. Nino Bertocchi, a cui l’anno seguente presta assistenza presso la stessa accademia. Negli anni successivi insegna nelle scuole di Parma, impegnandosi nel rinnovamento della pratica del disegno, sostenuto dall’allora Provveditore agli Studi prof. Mazzetti, che riteneva questa materia essere la vera lingua universale. Pochi anni dopo deve però abbanonare l’insegnamento per dedicarsi pienamente all’arredamento d’interni nell’azienda del fratello Gianni, la quale, grazie ad un felice sviluppo, riesce negli anni a raggiungere importanza internazionale. La sua attività di pittore, proseguita in maniera sporadica in questo arco di tempo, riprende a pieno ritmo dal 1990, le sue opere vengono esposte in diverse occasioni in città come Bologna, Parma, Modena, Pontremoli, Sabbioneta e Colorno.

Definito in un’altra occasione “il pittore del verde” per la sua predilezione per i paesaggi e le nature morte, Gabba dipinge con mano delicata, che sembra carezzare amorevolmente la tela con tocchi di colore, che si susseguono in infinite tonalità: dai rossi intensi, ai vaporosi azzurri dei cieli, ai toni caldi del giallo e dell’arancio, che fanno di una natura morta una composizione organica, ancora viva e fresca. Ma su tutte le tonalità prevale il verde. “Ho la fortuna” racconta il pittore “di possedere uno studio in aperta campagna lungo il greto di un fiume. Sono immerso nel verde come un palombaro e il mio respiro non può essere che verde, colore che mi ha sempre interessato e del quale ho sempre cercato di scoprire le infinite tonalità e profondità, come in un abisso marino”.

Una natura, quella di Gabba, serena, pacifica, accogliente, che pare invitare l’osservatore ad entrare silenziosamente nei suoi spazi, ma sempre in punta di piedi, giusto il tempo per sentire il fruscio delle foglie muoversi al vento ed il profumo dell’erba bagnata dalla rugiada. Un privilegio, quasi, immergersi in quella visione, dove l’uomo è pressoché assente e la natura è ancora quella madre benevola che da la vita, con i suoi ritmi lenti e l’avvicendarsi delle stagioni. Un miraggio, pare, lontano dalla nostra vita quotidiana, ma invece è lì, proprio accanto a noi, appena fuori dalla città, e Gabba ce lo ha ricordato.

AMERIGO GABBA. Mostra personale al Tcaffè (Strada al Duomo 7, Parma), fino a venerdì 30 novembre 2012. Orario: dalle 8:00 alle 21:00

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