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Cronaca

Muore durante un controllo di polizia, il Procuratore: "Ammanettato e soffocato? Accuse infondate"

Alfonso d'Avino interviene sul decesso del 63enne Antonio Marotta dopo le dichiarazioni del genero: "E' stato aperto un fascicolo ma non non ci sono evenienze per dire, come dichiarato da chi non era presente, che il caso sia riconducibile ai fatti americani"

Dopo le dichiarazioni del genero di Antonio Marotta, l'automobilista di 63 anni deceduto durante un controllo della polizia Stradale in viale Martiri della Libertà nel tardo pomeriggio di domenica 21 giugno, che ha accusato gli agenti di aver "ammanettato, buttato a terra e soffocato" il Procuratore Capo di Parma Alfonso d'Avino interviene sull'episodio che ha portato al decesso dell'uomo. Secondo il Procuratore "non vi sono evenienze da cui desumere la fondatezza di quanto aprioristicamente riferito da alcuni organi di stampa". 

"In relazione alla vicenda del decesso del sig. Marotta Antonio - si legge in una nota -, verificatasi in Fidenza in data 21 giugno 2020 in occasione di un normale controllo da parte della Polizia Stradale, sulla stampa vengono riportate dichiarazioni di persone che, benchè non presenti ai fatti, sostengono che la vicenda in questione sarebbe riconducibile ai fatti americani, con evidente riferimento alla morte di George Floyd di cui da tempo si stanno occupando le cronache di tutto il mondo. Il Procuratore della Repubblica intende chiarire che sulla vicenda in esame viene disposta l’apertura di un fascicolo procedimentale teso ad accertare compiutamente l’esatta dinamica dell’accaduto ma che, nel contempo, non vi sono evenienze da cui desumere la fondatezza di quanto aprioristicamente riferito ad alcuni organi di stampa, nella parte in cui si è sostenuto che gli agenti operanti “si sono permessi di ammanettarlo per futili motivi, buttarlo a terra e soffocarlo”.

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