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Cronaca

Arresto del 25enne di Busseto: dal telefono spunta la lista segreta dei gruppi terroristici

Dai manoscritti con la bandiera dello Stato Islamico e i proclami come "Omaggiamo Allah con la morte, siamo venuti a riempire gli orizzonti di terrore" alle lezioni scientifiche per preparare il nitrato d'ammonio per le bombe

Immagini di armi, bombe molotov, fucili - come gli Ak47, utilizzati come foto del profilo WhatsApp - lezioni scientifiche per preparare bombe, manoscritti con le bandiere dello Stato Islamico e istruzioni operative per realizzare molotov e per occultare cadaveri, immagini e parole del del leader dello Stato Islamico Abu Bakr Al-Baghdadi Dallo smartphone del muratore 25enne tunisino arrestato dalla Digos l'11 febbraio a Busseto, spunta la lista segreta dei gruppi terroristici e quella dei contatti che intratteneva, tramite WhatsApp e Telegram, con esponenti del mondo jihadista.

VIDEO: LE IMMAGINI NELLO SMARTPHONE 

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti della Digos, che hanno lavorato in stretta collaborazione con la polizia Postale, infatti il giovane - nei confronti del quale il Sostituto Procuratore di Bologna Antonella Scandellari e dal Procuratore Capo Giuseppe Amato hanno emesso un provvedimento di fermo di indiziato di delitto per il reato di addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale - era iscritto e partecipava attivamente, con un profilo camuffato, a gruppi WhatsApp come 'I canti dello Stato Islamico', 'L'esercito del Califfato' e 'Gli estranei', oltre ad avere contatti telefonici, via WhatsApp e Telegram, con esponenti del mondo jihadista internazionale.

Le indagini sono state svolte dalla Sezione Antiterrorismo della Digos di Bologna e di Parma e dal Compartimento Polizia Postale di Bologna - con il coordinamento della Direzione Centrale Polizia di Prevenzione - Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Esterno - e del Servizio della Polizia Postale e delle Comunicazioni -,

Terrorismo: le immagini nello smartphone del 25enne tunisino

Dalle lezioni per il nitrato d'ammonio ai video delle esecuzioni 

All'interno del suo smarphone, sequestrato nel corso di una perquisizione effettuata nel giugno del 2019, migliaia di immagini con foto che ne ritraevano alcuni dei membri più importanti, scene di guerra nei territori medio orientali ed esecuzioni capitali e 40 video esplicativi delle varie tecniche operative utilizzate da gruppi jihadisti nonché istruzioni o meglio “lezioni” per giungere al confezionamento di ordigni artigianali mediante l’uso di materiale di facile e quotidiana reperibilità. Presenti anche schede con “consigli” dove si trovavano illustrate, attività operative per realizzare bombe tipo molotov e tipo Anfo su tecniche di combattimento, e raccomandazioni per eludere inseguitori, evitare la cattura e, tra l’altro, tecniche utili per liberarsi da un ammanettamento, nonché metodi per occultare un cadavere, ma anche tecniche di disarmo e difesa da minacce armate.

Alla luce di questi elementi il 13 febbraio il Gip del Tribunale di Parma, ha convalidato il fermo della Procura di Bologna ed applicato nei confronti dell’indagato la custodia cautelare in carcere sostenendo che "sussistono, pertanto, gravi indizi di colpevolezza a carico del fermato in ordine al delitto di cui all’art. 270 quinquies c.p.”, che “.. abbia realizzato comportamenti univocamente finalizzati alla commissione delle condotte di terrorismo di cui all’art. 270 sexies c.p.” e che “…deve essere valutata quale concreta, specifica ed inequivocabile condotta dell’indagato tesa ad auto-addestrarsi per realizzare un programma terroristico proposto dalle molteplici strutture jihadiste affiliate all’ISIS…”

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