'Banda dei tunnel': ecco come i carabinieri hanno identificato i banditi
Le indagini che hanno portato alle ordinanze di custodia cautelare: sono state analizzate oltre un milione e mezzo di stringhe telefoniche
Oltre un milione e mezzo di stringhe telefoniche analizzate per cercare di arrivare a qualche indizio, testimonianze, analisi di banche dati, monitoraggio costante del territorio. Sono questi alcuni degli elementi messi in campo dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Parma che, dopo l'eclatante rapina del 31 ottobre ai danni della filiale di via Venezia di Banca Monte Parma, hanno iniziato da subito le indagini. Dopo il colpo, avvenuto tramite la creazione di un tunnel all'interno della rete fognaria del quartiere San Leonardo a Parma, gli elementi a disposizione erano pochi. La banda dei tunnel infatti, come le indagini successive hanno mostrato, agiva con estrema cautela: un gruppo di banditi professionisti che non lasciava nulla al caso.
Attraverso l'analisi delle banche dati i militari hanno redatto un lungo elenco delle persone di quell’area presenti in città dal mese precedente la rapina; il secondo passaggio è stato il lavoro di screening: sono state passate al setaccio centinaia di posizioni, analizzati oltre 1,5 milioni di report informatici, finché la rosa degli interessati si è ristretta e sono state individuate delle utenze target. Dopodichè i carabinieri hanno attivato un sistema di intercettazione telefonica ed ambientale, oltre ai servizi di osservazione e pedinamento sul terreno. Gli esiti degli accertamenti dei Ris di Parma hanno stretto il cerchio intorno agli indagati.