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Cronaca

“‘Aurea parma’: segnali di risorgimento culturale”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ParmaToday

Esce per conto di Diabasis il secondo fascicolo del 2015 della rivista “‘Aurea Parma” che il presidente della casa editrice Mauro Massa presenta alla città nella Sala Colli del Palazzo Vescovile di Parma giovedì 29 ottobre alle ore 17.00, assieme a Giovanni Gonzi, Pier Paolo Mendogni ed Emilio Zucchi.

La rivista “Aurea Parma” ha oggi una nuova direzione – accettate dal Comitato scientifico le irrevocabili dimissioni di Pier Paolo Mendogni alla guida della rivista dal 1998 –, la lunga militanza di Giovanni Gonzi nella redazione, della quale fa parte ininterrottamente dal 1970, lo ha portato ad assumere la carica di direttore editoriale. Convergono sul nominativo Gonzi tutti i membri del Comitato redazionale: dallo stesso Mendogni, che rimane nel novero dei redattori, a Giuseppe Bertini, Marzio Dall’Acqua, Giuseppe Massari, Adelisa Prandi Gambarelli, Umberto Squarcia, Elvio Guagnini e il presidente Mauro Massa.

L’impegno dell’editore, dei redattori e di Giovanni Gonzi è quello di proseguire nel solco della tradizione della rivista, nel rispetto del programma tracciato nel numero inaugurale del 1912 dai fondatori Glauco Lombardi e Giuseppe Melli: “Studiare lo svolgimento della vita di Parma nei diversi momenti storici, combattere in tutte le forme nelle quali si presenti l’incuria per le nostre glorie artistiche […], concorrere a ravvivare l’attività cittadina nell’arte, fare sì che Parma partecipi con rinnovato entusiasmo a quella fioritura d’amore per le nobili manifestazioni del passato […]”. È l’impegno che, dopo Melli e Lombardi, hanno fatto proprio Arnaldo Barilli, Giovanni Drei, Giovanni Copertini, Arturo Scotti, Francesco Squarcia e Pier Paolo Mendogni – loro successori negli oltre cento anni di vita della testata – ma non senza l’introduzione e la nomina a direttore responsabile del talentuoso poeta, e giornalista della “Gazzetta di Parma” Emilo Zucchi.

Esordiente Emilo Zucchi sul panorama intellettuale nazionale già nel 1994 con la raccolta “Il pane” e noto autore di Diabasis che nel 2001 edita “Il pioppo genuflesso” – con prefazione di Mario Luzi –; dal cui poema “Le midolla del male” è stato tratto il film di Giovanni Martinelli “Ombra dell’Aquila”, costituisce anch’egli ora una parte irrinunciabile tra – come scrive lo stesso Emilio Zucchi –,“coloro che non vivono la cultura come imprescindibile dimensione della propria vita, la percezione del bello e del brutto e di ciò che è rilevante sul piano della riflessione etica, socio-politica, estetica e religiosa”, ovvero è parte di quelli intellettuali che “credono nell’umanesimo” e che con rigore scientifico trattano i temi della cultura e della vita parmigiana su “Aurea Parma”, “un punto fermo della civiltà umanistica italiana”.

In questo numero di “Aurea Parma” Pier Paolo Mendogni scrive sul risorgimento culturale di Parma e sullo CSAC (Centro Studi Archivio della Comunicazione), lo straordinario Museo – coraggiosa iniziativa dell’Università di Parma – e polo di ricerca con un patrimonio scientifico riassumibile in: 1.700 dipinti; 300 sculture; 17mila disegni di oltre 200 artisti; 7mila bozzetti di manifesti; 2mila manifesti cinematografici; 100mila pezzi di grafica; 14mila disegni di satira, fumetti e illustrazioni; 2milioni e mezzo di disegni progettuali di architettura e design; 800 maquette; 2mila oggetti; 70mila disegni di designer di moda italiani e un importante nucleo di abiti; 2milioni e mezzo di negativi su lastra; 2milioni 200mila negativi su pellicola; 1milione 700mila stampe fotografiche; 150 apparecchi fotografici; 100 pellicole cinematografiche; 4mila videotape; una raccolta di attrezzature per grafica, tipografia, ottiche e strumenti audiovisivi dai primi del Novecento. Il CSAC inaugura per Parma un percorso di rinascita che è anche attività di formazione e di ricerca, è certamente “una coraggiosa sfida, un illuminato messaggio di speranza”.

In questo numero di “Aurea Parma” viene pubblicato il saggio dello storico dell’arte Alessandro Marchi – Funzionario Soprintendenza BSAE Marche di Urbino – “Il restauro svela un dipinto di Michelangelo Anselmi” che inquadra una tavola rappresentante la “Madonna col Bambino e San Giovannino”– nonostante le sovra pitture ottocentesche –, nella prima metà del cinquecento e la attribuisce a Michelangelo Anselmi. Ritornata alla luce in una elevatissima proporzione su questa tavola l’opera, viene introdotto nel saggio il riferimento preciso a Parmigianino e alla “Madonna detta di San Zaccaria” conservata alla Galleria degli Uffizi di Firenze.

Giuliano Masola scrive “Margherita Farnese: un ritratto”; Enrico Dallasta presenta il saggio “Carteggio diplomatico tra sovrani d’Europa e Maria Luigia (1816-1818)”, ovvero del carteggio che testimonia quella volontà politica di conciliazione fra le nazioni europee auspicata dalla Santa Alleanza, e che di fatto segnò la storia d’Europa in quegli anni che la portarono a una ineluttabile evoluzione.

La studiosa Boera Michelotti Pinotti introduce ai lettori con il saggio “Il simbolismo nelle decorazioni della Biblioteca Monastica di San Giovanni Evangelista in Parma”, la sua corposa ricerca che è rivolta specialmente alle cronologie, alle immagini affrescate nelle campate della Biblioteca Monastica di San Giovanni Evangelista, perché è in questa parte dei dipinti della biblioteca che l’interpretazione dei simboli è più ricca di significati e, come scrive l’autrice,“va da sé che anche l’interpretazione più ovvia non sia mai completa, infatti: “un simbolo può allo stesso tempo rivelare e nascondere...”.

“Barba non facit philosophum. Nuove considerazioni critiche sul ‘Ritratto di un filosofo’ di Girolamo Bedoli, alla ricerca di una possibile identità” è il titolo del testo critico di Sonia Sbolzani. Nel saggio si ipotizza che l’opera – il pregevole ‘Ritratto di un filosofo’ (olio su tela) del viadanese Girolamo Bedoli Mazzola, venduta ad un’asta londinese di Christie’s nel 2005, ora in una collezione privata –, rappresenti un autoritratto dello stesso Bedoli – “ecco che il Bedoli si sarebbe qui confrontato con se stesso” – realizzato in un momento delicato, ossia dopo la morte della sua “stella polare”: il Parmigianino.

Ercole Camurani pubblica nel fascicolo II di “Aurea Parma” “Le streghe di Macbeth ‘ d cà nostra” e Albino Calori il saggio “La simbologia della sfera in alcuni monumenti del parmense”; Ubaldo Delsante scrive “In memoriam. Vincenzo Banzola (1923-2015)”.

Nella sezione della rivista Argomenti, compare lo scritto di Fausto Giovanelli, presidente del Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano, “L’Appennino Tosco-Emiliano è riserva Mab Unesco”. In Italia sono tredici le riserve della biosfera e l’Appennino Tosco-Emiliano è ora parte di questo patrimonio comune, “Questo successo è un riconoscimento alla bellezza e alla ricchezza ecologica delle nostre montagne che separano e connettono l’Europa e il Mediterraneo”, scrive Giovanelli. La gratitudine maggiore è espressa al Comitato internazionale del programma Mab, al segretariato Unesco e al ministero dell’Ambiente Italiano.

Nel fascicolo sono recensiti numerosi volumi editi dalla casa editrice Diabasis di Parma nel 2015: Attilio Bertolucci, “Il fuoco e la cenere. Versi e prose dal tempo perduto” per la penna di Giuseppe Marchetti, così come Gian Carlo Artoni – dallo stesso critico – “Lo stesso dolore e altre poesie nel tempo (1949-1966)”; “Tra piccoli sogni e grandi incantesimi. Fiabe da vivere” di Andreina Chiari branchi – illustrato da Anna Bartoli – è recensito da Adelisa Prandi Gambarelli, così come “Alcida e il Novecento” di Elvira Fangareggi Cinci.

Il fascilo di “Aurea Parma” si chiude con la segnalazione in Cronaca del riconoscimento cittadino assegnato al professore Umberto Squarcia che, dopo aver ricevuto la benemerenza civica del “Premio Sant’Ilario” e la “Scarpetta d’oro” della Famija Pramzana, è stato insignito dell’ “Aoristo d’Oro”, consegnatogli dall’Associazione Allievi del Romagnosi. “Il ricordo che ho del Romagnosi è quello di una scuola mitica – ha detto il professore Squarcia – in quel tempo così speciale dei grandi progetti, dei sogni e delle grandi aspettative. Il Romagnosi è una scuola che aiuta, nella sua formazione, a impostare e dare un senso a queste speranze. Mi auguro che il Romagnosi resti questa scuola speciale, che forma gli animi alla ricerca della bellezza e della verità”.

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