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Cronaca

Autocisa, rincari per la Tibre. Dall'Olio: "Usiamo i soldi per la ferrovia"

Come era prevedibile e già di fatto programmato, Autocisa ha aumentato i pedaggi del 6,26% per il 2014. E' il programma per pagare l'opera da 512 milioni di euro per 11 km. Il capogruppo del Pd: "Usiamo i ricavi per il raddoppio della ferrovia"

"Come era prevedibile e già di fatto programmato -si legge in una nota di Nicola Dall'Olio- Autocisa ha aumentato i pedaggi del 6,26% per il 2014, dopo il rincaro del 7,39% nel 2013 e quello dell'8,17% nel 2012. Autocisa continuerà a fare così per i prossimi anni, fino al 2018. Tutto questo per finanziare la realizzazione di un raccordo autostradale di 11 km che collegherà Ponte Taro con San Quirico. Una grande opera inutile che devasterà quella porzione di territorio senza portare null'altro che rincari tariffari. Ad oggi non ci sono, e non ci saranno mai, i soldi pubblici (più di 2000 milioni di euro) per ultimare il collegamento fino all'Autobrennero. La Regione Emilia Romagna ha già fatto sapere che non metterà risorse per completare il tratto parmense della strada cispadana che dovrebbe collegare il nuovo casello autostradale di San Quirico con Brescello e con la cispadana reggiana (quella sì, già realizzata).

"Nel frattempo, a causa dei rincari e della crisi economica, il traffico autostradale continua a calare. Nel 2013 siamo a -3,5% per il traffico veicolare e -6,5% per quello pesante rispetto al 2012, che già era stato un anno di forte contrazione. Unica nota positiva è che con questi aumenti tariffari la ferrovia, almeno in termini di costo, diventa sempre più competitiva. Da Parma a Borgo Taro si paga un biglietto da euro 5,70 contro un pedaggio autostradale da euro 6,60. Peccato però che negli ultimi tempi lo Stato abbia dirottato su altre 'priorità' 230 milioni di euro già stanziati dal governo Prodi per il raddoppio del tratto ferroviario Parma-Vicofertile e la Regione abbia soppresso 3 treni sulla tratta Parma-Fornovo, centro che invece dovrebbe diventare il principale nodo di scambio intermodale per tutta la mobilità della Val Taro e della Val Ceno.

Qui ci deve essere uno sforzo comune di tutte le forze politiche e le istituzioni per evitare che venga realizzata un'autostrada inutile e per fare in modo che siano invece portati avanti gli investimenti per il raddoppio della ferrovia pontremolese come asse privilegiato di collegamento tra Tirreno e Brennero e come linea di metropolitana di bacino per la mobilità locale. Una soluzione per reperire parte delle risorse ci sarebbe: utilizzare i ricavi dei rincari autostradali per finanziare, invece dell'autostrada Ponte Taro-San Quirico, il raddoppio della pontremolese sulla linea Parma-Fornovo. Esistono dei precedenti: l'Autobrennero ha finanziato in questo modo per più di 500 milioni di euro un apposito fondo per il raddoppio del nuovo tunnel ferroviario di valico. Continueremmo ad avere una delle autostrade più care di Italia ma almeno ce ne potremmo fare una ragione".

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