Banca Monte, protesta dei lavoratori: "Vogliamo garanzie per il futuro"
Palazzo Sanvitale: fuori i dipendenti a protestare rumorosamente, dentro i consiglieri di amministrazione. Dopo la vendita ad Intesa Sanpaolo i sindacati chiedono tutele e l'intervento delle istituzioni
Fuori a protestare i lavoratori, dentro i consiglieri di amministrazione. Oggi pomeriggio, davanti a Palazzo Sanvitale, sede della Fondazione Banca Monte, i due volti della crisi della banca, che ha portato mesi fa alla decisione di vendita ad Intesa Sanpaolo. I primi, insieme ai sindacati Fisac/Cgil, Uilca, Fiba/Cisl e l'R.S.A. Fabi, chiedono garanzie occupazionali per il proprio futuro lavorativo e tutele, i secondi sono impegnati nella seduta del Consiglio di Amministrazione e nell'Assemblea dei soci. I lavoratori denunciano la mancanza di chiarezza per quanto riguarda la sorte dei lavoratori dopo l'ingresso di Intesa Sanpaolo e protestano contro la decisione del Direttore Generale Martini che ha dichiarato che la banca non procederà all'erogazione del Premio di Produttività Aziendale per l'anno 2010, che da sempre è parte integrante dello stipendio dei dipendenti di Banca Monte.
La protesta, è stata animata da bandiere e cartelli con scritte come "Si tagliano gli stipendi ai dipendenti..ma si vogliono arricchire i dirigenti", "Chi ha rovinato la banca non deve farla franca", Fondazione ed Istituzioni, non ci facciamo prendere in giro", "Vignali e Bernazzoli, ora basta con qualsiasi argomento per continuare a farci perder tempo", "Vogliamo i nostri soldi". I consiglieri di amministrazione ed il presidente Greci sono stati rumorosamente contestati dai lavoratori che gli hanno chiesto conto dei tagli agli stipendi al grido di "Vegogna" e "Fuori i soldi".
"Gli accordi firmati dalla Fondazione con Intesa Sanpaolo -ha sottolineato Stefano Fornati, segretario della Fisal/Cgil di Parma- non contengono tutele per i lavoratori che rischiano pesanti ricadute anche dal punto di vista occupazionale. Viene tolto addirittura un premio che è stato sempre erogato, anche l'anno scorso in una situazione di difficoltà, dato per la produttività dei dipendenti, che non è certo calata ed il lavoro è aumentato. Però c'è qualcuno che pensa di far pagare questa crisi ai lavoratori, grazie a loro. Dalle istituzioni ci ci aspettiamo un intervento ma non hanno nemmeno la forza di portare al tavolo di trattativa Intesa Sanpaolo. Loro sono i proprietari, tramite la Fondazione, della banca, hanno il compito di tutelare i lavoratori della banca e la città. Negli anni passati evidentemente non c'è stato il controllo che ci doveva essere. Il compito non si è concluso con la vendita della banca perchè i lavoratori sono parte integrante della banca, si concluderà quando ci saranno le dovute garanzie per i lavoratori". I sindacati hanno annunciato che quella di oggi è la prima di una serie di iniziative di tutela dei lavoratori che verranno proposte nei prossimi giorni, compresa la possibilità dello sciopero.