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Cronaca

Banca Monte, rischio di 50 esuberi. I sindacati: "Un ricatto da rispedire al mittente"

Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil e Uilca: "Si è consumato ieri un gravissimo atto da parte di Intesa Sanpaolo/Banca Monte Parma. Hanno proposto o i licenziamenti o tagli inammissibili". Assemblea alla sala Righi dalle ore 15

"Si è consumato ieri un gravissimo atto da parte di Intesa Sanpaolo/Banca Monte Parma". Esordisce così un comunicato dei sindacati Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil e Uilca. Un fatto senza precedenti. Gravissimo per le lavoratrici e per i lavoratori, per il territorio, per tutto il settore. Fatto che, se non contrastato adeguatamente, costituirebbe una pesante ipoteca imposta da ABI sul rinnovo del CCNL.

Nella giornata di ieri, mercoledì 5 febbraio, si è svolto il primo incontro tra sindacati di categoria FABI, FIBA CISL, FISAC CGIL, UILCA e delegazione aziendale (il Gruppo ISP), sulla procedura aperta in Banca Monte Parma con lettera del 24 gennaio scorso, sulla base dell’art. 20 CCNL (per ristrutturazione e riorganizzazione con tensioni occupazionali). Il Gruppo ISP, senza peraltro fornire nessun progetto di “riorganizzazione e ristrutturazione”, ha formulato una proposta irricevibile: o i licenziamenti, attraverso l’utilizzo della cosiddetta “Sezione Emergenziale” del Fondo di settore (due anni di ammortizzatore sociale e poi perdita del lavoro), per almeno 50 persone che, a loro dire, sarebbero in esubero; oppure una serie di tagli inammissibili, quali: la riduzione delle tabelle retributive nazionali del CCNLil demansionamento professionale, con la corrispettiva riduzione dei trattamenti economici legati agli inquadramenti; la sospensione dell’attività lavorativa, senza copertura del Fondo di Solidarietà e senza versamento della contribuzione previdenziale; la cancellazione definitiva delle voci individuali di stipendio relative ai trattamenti aziendali; l’accorpamento del “Fondo Pensioni” dei lavoratori nel Fondo Pensioni di Gruppo.

Questa posizione non solo è inaccettabile - in quanto Banca Monte Parma fa parte, a tutti gli effetti, del gruppo ISP - ma è anche del tutto irricevibile, in quanto si tratta di un vero e proprio ricatto, da rifiutare e respingere subito al mittenteE tutto ciò, dopo i sacrifici e i disagi che i lavoratori hanno sopportato con grande senso di responsabilità, a fronte di impegni che, oggi, la controparte ISP, gettando la maschera, non vuole più onorare, mettendo in campo solo arroganza e nessuna capacità progettuale.

Appare evidente che si vogliono colpire i lavoratori e i loro diritti fondamentali e che, nello stesso tempo, considerato che ISP è il più importante gruppo bancario italiano che esprime il Presidente del Comitato Sindacale e del Lavoro di ABI (responsabile delle trattative di ABI) e che siamo nella fase di rinnovo del CCNL, si rischia di creare un “precedente” che può pesare sul rinnovo del CCNL e condizionare eventuali altri accordi. È per questo che le lavoratrici e i lavoratori di Banca Monte Parma, intendono dare subito una risposta forte e prepararsi a contrastare, con ogni mezzo, questa intollerabile iniziativa di ISPanche con il coinvolgimento di tutte le strutture sindacali, nazionali e di gruppo. È fondamentale che la dirigenza capisca immediatamente che non accetteranno di subire alcun ricatto e che difenderanno, in ogni modo, la propria dignità e i propri diritti. L’appuntamento per discuterne è per il pomeriggio di oggi, giovedì 6 febbraio, all’assemblea che si svolgerà intorno alle ore 15 nella Sala Righi della Tep".

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