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Cronaca

Banco Desio, i 5 Stelle chiedono una Commissione d'inchiesta

Lo scandalo venne a galla in seguito alle denunce del dipendente parmigiano Enrico Ceci. Nel presentare la proposta d'istituzione della Commissione, Maria Mussini ricostruisce le vicende degli ultimi anni

Banco Desio. Lo scandalo venuto a galla in seguito alle denunce del dipendente parmigiano Enrico Ceci. 

"Subito una commissione parlamentare d'inchiesta per accertare le cause e le eventuali responsabilità civili, penali e politiche sugli scandali del Banco di Desio e della Brianza S.p.A. e le società affiliate Banco Desio Lazio S.p.A., Credito Privato Commerciale SA, Brianfid Lux SA". La chiede il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle al Senato, con una proposta che vede come prima firmataria Maria Mussini. Il Movimento 5 Stelle auspica inoltre "che in questa nuova legislatura, si giunga all’approvazione di una riforma della disciplina delle autorità di controllo".

Nel presentare la proposta d'istituzione della Commissione d'inchiesta parlamentare, Maria Mussini ricostruisce le vicende degli ultimi anni e ricorda come "grande attenzione avrebbero dovuto avere organi quali Banca d’Italia e Consob, quando la controllante Banco di Desio e della Brianza S.p.A., attraverso alcune complesse architetture finanziarie, a partire dal 2001, decise di espandere la propria attività in Lussemburgo e in Svizzera".

"In particolare, l’acquisizione di Credito Privato Commerciale SA, già coinvolta in scandali internazionali nella vicina Francia avrebbe dovuto essere esaminata con maggiore attenzione da tali Organi di Controllo" ricordano i parlamentari del Movimento 5 Stelle. "I guai di Banco Desio sono diventati evidenti quando -nel 2008  la Procura di Roma, nel corso di una indagine per riciclaggio ed evasione fiscale a carico di un costruttore romano, ha aperto un autonomo fascicolo su tale Gruppo Bancario in connessione a spericolate operazioni finanziarie portate a compimento per la clientela più facoltosa" è scritto nella proposta d'istituzione della Commissione d'inchiesta. Da qui la richiesta di "accertare le eventuali responsabilità degli organi deputati alla vigilanza come Banca d'Italia e Consob" e "convocare in audizione gli organi di  controllo della Svizzera (FINMA) e del Lussemburgo (CSSF) che hanno tutt'ora all'attivo indagini sulle aziende controllate dal gruppo Banco Desio".

LE INDAGINI "ARENATE" - Maria Mussini ricorda come " l’indagine - in modo apparentemente inspiegabile - a un certo punto si è come “arenata” e, dall’aprile 2009 al giugno 2011, nessuna attività di indagine è stata più autorizzata dalla Procura di Roma" tanto che "solamente a seguito di una richiesta di avocazione delle indagini per inerzia, presentata alla Procura Generale di Roma da due privati cittadini, il  PM Cascini - il primo agosto 2011 - ha chiuso le indagini preliminari attribuendo una serie di reati (associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio con l’aggravante della transnazionalità, concorso in dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di artifizi atti edidonei ad ostacolare l’ accertamento delle imposte evase e concorso in appropriazione indebita di denaro con le aggravanti del danno patrimoniale allo Stato e dell’ abuso di relazioni di ufficio) ad un ristretto  gruppo di manager di due sole società del Gruppo: Banco Desio Lazio S.p.A. e Credito Privato Commerciale SA (la banca svizzera con sede a Lugano)".

Della richiesta d'istituzione della Commissione d'inchiesta i firmatari a 5 stelle ricordano anche come "dal primo agosto 2011 al 22 maggio 2013 il Tribunale di Roma non è riuscito a trovare un GUP in grado di occuparsi compiutamente di tale vicenda processuale. L’unica attività che è stata portata avanti in questi due ulteriori anni di “stasi” sembra essere quella di aver accettato un blando patteggiamento per l’ex amministratore delegato di Banco Desio Lazio S.p.A. (2 anni e 10 mesi di reclusione con 1.400 euro di multa)". Tanto che nella proposta che  vede prima firmataria Maria Mussini si ricorda che "troppe sono state le anomalie e le irritualità emerse e troppo grande è la differenza di giudizio tra gli Inquirenti del GICO di Roma e la Procura di Roma sulla portata e sulla gravità  del coinvolgimento della Capo Gruppo e dei vertici di Banco di Desio e della Brianza S.p.A. nelle attività criminose già accertate". 

"Considerata la scarsa trasparenza del sistema bancario, si ritiene che, nel rispetto delle indagini che già la magistratura sta portando avanti - spiega Maria Mussini - il Parlamento abbia la responsabilità di prestare grande attenzione a questo problema, provvedendo quindi ad adottare tutte le iniziative necessarie per fare chiarezza su un lungo periodo oscuro (2001-2011) nella gestione economico finanziaria della banca brianzola". "Il Parlamento, dunque, deve valutare eventualmente ciò che non ha funzionato, capire di chi sono le responsabilità e fornire tempestivamente risposte in termini di giustizia, di equità e di legalità" conclude Maria Mussini.

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