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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Bersani a Parma: "5 Stelle, restare nel solco della Costituzione"

"Abbiamo Parma nel cuore, quando abbiamo perso non è stata una bella giornata", il segretario del Pd a Parma per la chiusura della campagna in vista del voto di domenica 25 novembre. "Non è più tempo, ha concluso Bersani, di "un uomo solo al comando"

BERSANI A PARMA. "Il ruolo di Monti dovrà esserci nel futuro di questo Paese ma non sono io a deciderlo". Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, a Parma per un incontro in vista delle primarie. "Se toccasse a me governare - ha aggiunto - il giorno dopo vorrei discutere con lui per sentire, anche da lui, che intenzioni abbia". "Abbiamo Parma nel cuore, quando abbiamo perso non è stata una bella giornata".

'5 STELLE, RIMANETE NEL SOLCO DELLA COSTITUZIONE'. Attenzione a rimanere "nel solco della nostra Costituzione, a non allestire meccanismi che hanno poco a che fare con i meccanismi democratici che conosciamo in tutto il mondo e che possono portarci fuori strada". Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, riferendosi al Movimento 5 Stelle, Bersani ha precisato che "del Movimento 5 Stelle ho sempre apprezzato delle cose, sono sempre stato dialogante su temi come la sobrietà politica, la partecipazione dei cittadini, l'uso della rete ma - ha aggiunto - vorrei dire attenzione: stiamo nel solco della nostra Costituzione". Replicando a chi gli chiedeva un commento sul bisogno di riavvicinare la gente alla politica, Bersani ha precisato dicendo che "noi partiti politici dobbiamo capire che bisogna cambiare un po' il registro". Non è più tempo, ha concluso Bersani, di "un uomo solo al comando" perché, adesso, "la politica deve avere un popolo".

Primarie, Bersani a Parma

'LENIN GLI FA UN BAFFO'. Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, parla del meccanismo di scelta dei candidati del Movimento 5 Stelle da parte del fondatore del Movimento, Beppe Grillo. "Ai giovani del Movimento 5 Stelle, osserva Bersani, "direi: come potete accettare un meccanismo in cui c'é uno che comanda e non accetta nemmeno una domanda?". E che, aggiunge riferendosi senza citarlo a Grillo, sceglie i suoi candidati via Internet mettendo "un timbro: Lenin gli fa un baffo"? Una persona, ha aggiunto Bersani ancora senza citare Grillo, "che parla al tabernacolo e magari finisce a Palazzo Chigi. Se il sistema di scelta è quello - ha concluso Bersani - allora rischiamo di rimanere fuori" dal consesso delle "democrazie" occidentali e si rischia "di finire contro un muro".

"Credo buono, direi 7+, via" replicando a chi gli chiedeva un giudizio sulla sua campagna elettorale. A chi gli chiedeva, invece, se si sentisse vincente sugli altri quattro candidati alle primarie in programma domenica, Bersani ha risposto con un "vedremo. Sono moderatamente bersaniano, sono prima di tutto segretario del Pd e, in questo senso, mi sento già vincitore perché - ha proseguito riferendosi proprio alle primarie - questa cosa l'ho voluta, sta venendo fuori benissimo e si sta facendo bene. Quindi - ha concluso - in questo mi ritengo già vincitore, poi vediamo ma penso che non andrà male".

'QUALCHE SBAVATURA'. "Qualche sbavatura c'é stata", nel corso della campagna, "é una competizione vivace, sono primarie vere, non sono certo primarie finte". Guardando all'insieme dei partecipanti alla sfida per la leadership del centrosinistra, il segretario del Pd ha poi aggiunto: "siamo una grande squadra, plurale, in grado di fare qualcosa per questo Paese".

NO AI GIUDIZI AI SINDACATI. Non si tratta di dare giudizi sui sindacati: non è il nostro mestiere". Pier Luigi Bersani, ha replicato così a chi gli chiedeva un commento sulle parole di Matteo Renzi che, ieri, ha detto che non si possono avere sindacati che dicono solo di no. "Se vogliamo governare - ha proseguito Bersani - dobbiamo pensare all'Italia. Credo che se si vuole allargare il decentramento contrattuale, come è giusto, bisogna anche allestire un meccanismo di partecipazione dei lavoratori che sia riconosciuto dai lavoratori stessi". Pertanto, ha concluso Bersani, "di questo un governo dovrebbe preoccuparsi, sennò l'operazione rischia di incagliarsi: questo dovrebbe dire chi si candida a governare".

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