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Cronaca

Borgo Poi, chiusa la palazzina occupata: casa per 3 famiglie su 5

Venerdì lo stabile occupato dal novembre 2011 è stato sgomberato. Le famiglie hanno deciso di uscire: dal Comune di Parma una soluzione abitativa per 3 nuclei e per un single invalido

Venerdì la palazzina occupata da alcune famiglie senza casa in Borgo Poi è stata sgomberata. Ma non ci sono stati problemi di ordine pubblico perchè gli occupanti hanno deciso di abbandonare lo stabile, in cui erano entrati nel novembre del 2011. Il Comune di Parma ha trovato una soluzione abitativa per tre nuclei famigliari e per un single invalido al 100%. Non è invece stata trovata una soluzione definitiva per altre due famiglie, che erano entrate nello stabile nei mesi successivi.

Il problema casa a Parma resta reale ed urgente: Il numero degli sfratti è in aumento così come il numero di persone che decide di far conoscere alla città la proprie storie di difficoltà e di crisi. Il palazzo occupato dalle famiglie si trovava in uno stato di estremo abbandono. Il piano terra era stato affittato per la campagna elettorale di Luigi Giuseppe Villani, poi arrestato per lo scandalo Public Money. L'iter giudiziario della società di Reggio Emilia che lo ha acquistato è terminato: così agli occupanti è arrivata l'intimazione di lasciare i locali.

VIDEO: INTERVISTA CON LA RETE DIRITTI IN CASA

Borgo Poi, le famiglie lasciano la palazzina


"Le sei famiglie -ricorda la Rete Diritti in Casa- che hanno occupato per lo stato di estrema necessità in cui si trovavano, hanno in questi mesi provveduto a rendere abitabile lo stabile, provvedendo anche a sostenere spese rilevanti considerato la situazione economica in cui si trovano. Nonostante l’arrogante attacco di Iren che ha tagliato la fornitura del gas, hanno saputo reagire e organizzarsi per una dignitosa permanenza, allacciando anche rapporti decenti di convivenza con il vicinato e organizzando alcune iniziative ricreative aperte a tutti. Di fronte all’imminente sgombero, le trattative con il Comune di Parma hanno portato al reperimento di una buona soluzione alternativa per tre famiglie e per un single invalido. Purtroppo per due famiglie, che erano entrate da poco nell’occupazione, rimangono solo l’ostello o alternative che comportano la divisione della famiglia".

"Sarebbe stato auspicabile-continua la Rete Diritti in Casa- che alle dichiarazioni roboanti di rottura con il passato spese in campagna elettorale dal movimento 5 stelle fossero corrisposte già in questi primi mesi delle azioni concrete per affrontare la drammatica situazione abitativa in cui si trovano a Parma centinaia e centinaia di famiglie. Invece la giunta non è stata molto decisa nel chiedere al prefetto il blocco degli sfratti (oltre 700 nel 2012) come è stato invece fatto e attuato in altri comuni.

Inoltre c’era la possibilità concreta di fare un intervento consistente per incrementare il patrimonio erp destinando i 15 milioni di euro (fondi ex metro) invece che all’housing sociale (controllato dai privati) alla costruzione di case popolari a canone sociale oppure stipulando una nuova convenzione con Parma Social House pretendendo il controllo pubblico della gestione degli alloggi in affitto applicando i criteri e gli affitti delle case popolari, mentre la gestione privata, incentrata sul criterio della redditività, esclude dall’assegnazione degli alloggi del Parma Social House i nuclei a reddito basso (con meno di 1.300 euro netti di reddito al mese).

La giunta a 5 stelle invece preferisce continuare in una gestione di tipo commissariale del Comune di Parma, il che porta inevitabilmente all’ordinaria amministrazione o all’inattività di fronte alle enormi emergenze sociali già esistenti e che si profilano in drammatico peggioramento. Noi, che non abbiamo mai avuto nessuna fiducia in una prospettiva di cambiamento per via elettorale, proseguiamo nel percorso di lotta dal basso per l’affermazione dei più elementari diritti e naturalmente ci batteremo fino all’ultimo perché tutti gli occupanti di Borgo Poi possano avere una sistemazione abitativa decente".

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