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Cronaca Borgo Val di Taro

Omicidio Berni, il Tribunale nega i domiciliari a Giuseppina Lugari

Giuseppe Berni era stato trovato morto l'11 gennaio a Monticelli di Borgotaro. Il 9 marzo la svolta, in manette madre e figlia: avrebbero avvelenato l'uomo per rubargli i soldi. L'accusa potrebbe aggravarsi in omicidio volontario

La comunità di Borgotaro e dintorni è ancora sconvolta per l'omicidio di Giuseppe Berni, il pensionato di 72 anni trovato morto nella sua abitazione di Monticelli di Borgotaro venerdì 11 gennaio. Berni fu stroncato da un ansiolitico che secondo l'accusa sarebbe stato somministrato da Giuseppina Lugari con l'aiuto della figlia Sonia Barbieri. Il Tribunale del Riesame di Bologna ha detto no alla richiesta di domiciliari per la donna di 62 anni. Potrebbe cambiare ed aggravarsi anche l'accusa nei suoi confronti: invece di omicidio preterintenzionale potrebbe esserle contestato l'omicidio volontario. Ma al momento è solo un'ipotesi.


L'OMICIDIO. L’uomo era stato trovato cadavere lo scorso 11 gennaio. Dalle prime analisi la causa del decesso sembrava essere il freddo. Ma la verità era nascosta in una bottiglietta vuota di ansiolitici trovata a pochi metri dalla casa di Berni. Ed è proprio da questa che sono partite le indagini che hanno portato al riconoscimento delle due donne. Giuseppina Lugari era in rapporti con il defunto già da mesi. La donna infatti offriva prestazioni sessuali in cambio di denaro. La situazione però è degenerata quando la donna ha capito che l’uomo nascondeva in casa migliaia di euro in contanti. Per questo motivo ha coinvolto anche la figlia e insieme sono riuscite a rapinarlo in diverse occasioni. A tradirle, proprio il flacone di ansiolitico ritrovato sotto la neve poco distante dalla casa di Berni. Tale farmaco avrebbe provocato all’anziano un malore e uno stato di incoscienza poi risultati fatali.

SESSO E DROGA. La somma di denaro sottratta all’uomo ammonta a 8-10 mila euro e la tecnica usata era sempre la stessa: grosse quantità di sedativi. Ad agosto infatti l’uomo era stato trovato svenuto in casa dai vicini. La donna avrebbe iniziato a frequentare Berni nel 2009 e, grazie probabilmente all'aiuto della figlia, dipendente precaria di un Cup dell'Usl, si procurava Lexotan, Rivotril e Tavor che puntualmente diluiva nelle bevande dell'uomo. Altri indizi importanti sono poi arrivati dalle intercettazioni ambientali e telefoniche disposte dalla Procura dove madre e figlia facevano ipotesi e davano particolari che non erano mai emersi negli articoli di stampa o nei dettagli forniti dai carabinieri. Infine ci sarebbe anche un altro anziano della zona finito nel mirino della Lugari: sempre partendo da prestazioni sessuali a pagamento, ne avrebbe approfittato per entrare nella sua abitazione e rubargli soldi. Ora le due sono nel carcere di Via Burla.

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