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Cronaca

Avvelena l'anziana madre e poi si uccide: la donna è di Borgotaro

Tragico delitto nell'astigiano: il figlio di 49 anni ha preparato un mix di farmaci per la madre, che poi ha assunto per farla finita. Ritrovata una lettera dove l'uommo spiega il gesto estremo

Non voleva che l'anziana madre soffrisse più, e neppure lui voleva continuare il suo calvario di depressione. Così ha deciso di avvelenare la donna e di uccidersi nello stesso modo, nel silenzio della loro casa nel cuore del paese. Giovanni Zoppegno, cuoco di 49 anni, ha scelto per il suo piano di omicidio-suicidio, portato a compimento a Castello d'Annone (Asti), una doppia potente dose di farmaci - forse un mix di prodotti diversi - probabilmente nella speranza che lui e la mamma, Lisetta Bardini, 74 anni, potessero andare incontro alla morte nel modo meno doloroso possibile. L'anziana è stata trovata nel suo letto, sotto la coperta, e a qualche soccorritore per un attimo è parso che dormisse.

Accanto a lei, sul lenzuolo, era adagiato il figlio. Entrambi morti per avvelenamento. L'omicidio-suicidio ha sconvolto Castello d'Annone, un comune ad una manciata di chilometri da Asti. Zoppegno e l'anziana madre, originaria di Borgo Val Di Taro (Parma) vivevano in una casetta in via Pacot e, proprio per le piccole dimensioni del paese, erano conosciuti praticamente da tutti, anche se conducevano una vita riservata. Zoppegno, cuoco all'ospedale Cardinal Massaia di Asti, abitava da anni con la madre vedova. Negli ultimi tempi nella loro vita la sofferenza, fisica e psicologica, era diventata sempre più forte. Il peggiorare delle condizioni di salute della donna avevano portato il figlio nella spirale della depressione.

E proprio lo stato d'animo sempre più triste ha fatto maturare nel cuoco astigiano la volontà di mettere fine alla vita. I carabinieri giunti sul posto hanno trovato una lettera, nella cucina della casa, nella quale Zoppegno spiegava i motivi del doppio gesto estremo. A scoprire l'omicidio-suicidio è stato un parente, allarmato dopo avere visto giorno e notte porte e finestre chiuse nell'abitazione in via Pacot. Era sicuro che il silenzio di Giovanni e Lisetta non era dovuto ad una vacanza, perché madre e figlio non lasciavano mai Castello d'Annone. Quando i carabinieri sono arrivati, la prima ipotesi è stata quella che l'anziana fosse morta per un malore e che il figlio si fosse avvelenato per la disperazione. Poi lo scritto trovato in un'altra stanza, firmato dal cuoco astigiano, ha risolto il caso. Domani l'autopsia ma sui motivi della morte non ci sarebbero dubbi. Resta da accertare l'ora.

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