Caldo: è break, temperature in calo. Berselli: “Le piogge danni ristoro parziale”
Le precipitazioni porteranno ad un calo termico fino a 10 gradi, ancora sofferenza idrica
Massima attenzione da parte dell’Autorità Distrettuale del fiume Po sulle condizioni meteo del prossimo weekend che, secondo le previsioni delle Agenzie Regionali rilevate nelle ultime ore, potrebbe di fatto decretare la fine della stagione estiva, dando atteso ristoro al Lago Maggiore, in primis, oggi a quote bassissime di acqua invasata ( -30,5 cm sotto la media con cali di 3-4 cm al giorno) e soprattutto ai corsi d’acqua Appenninici, ancora sottoposti a provvedimenti di limitazione DMV, a seguito delle decisioni adottate nei giorni scorsi. Corsi d’acqua che, beneficiando delle piogge dello scorso weekend, sono tornati comunque in parte sopra la quota minima registrata nelle settimane precedenti. Tra questi si segnalano Parma, Baganza, Arda, Stirone, Crostolo, Tresinaro, Secchia, Panaro e Savio.
L’afa, che ha caratterizzato la seconda parte del mese di Agosto con caldo umido e temperature vicine ai 40 gradi, lascerà posto ad una nuova fase perturbata caratterizzata da fenomeni meteorologici diffusi, ma non omogenei, che potrebbero finalmente stabilizzare la situazione dei valori delle portate sull’intero territorio del Grande Fiume, portando altresì risorse idriche/irrigue sufficienti per ultimare i processi di maturazione delle colture del periodo.
DICHIARAZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE DELL’ADBPO
La situazione resta sotto osservazione costante, come conferma il Segretario Generale del Distretto del Po Meuccio Berselli: “Non potendo contare su invasi di acqua sufficienti a garantire lo stoccaggio preventivo della risorsa idrica le aree Appenniniche – che erano in grande sofferenza nei giorni scorsi – hanno parzialmente beneficiato delle recenti piogge che purtroppo, cadendo in modo assolutamente non omogeneo, come accade sempre più di frequente, hanno dato un ristoro solo parziale alle portate torrentizie. Alcuni torrenti rilevanti sono tornati sopra le quote minime, mentre la zona della Romagna e quella confinante sottesa al fiume Reno rimangono aree penalizzate. Un’altra criticità da evidenziare è quella della mancata pioggia sui grandi laghi, in particolare sul Lago Maggiore, che rappresenta una “scorta” indispensabile da impiegare con massima attenzione possibile e con visione strategica sia per l’utilizzo irriguo, ma anche come risorsa essenziale per dare continuità alle molteplici attività economiche/ambientali che si sviluppano attorno e nel lago. Alla luce di questa esperienza occorre sempre di più comprendere quanto sia inderogabile la necessità di invasare acqua e trattenerla nel periodo primaverile. Sarebbe fondamentale, con la collaborazione dei territori, riuscire ad arrivare a quota 1,50 metri, come raccomandato dalla sperimentazione del Tavolo Tecnico, livello oggi mai realmente toccato”.