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Carcere, il cinema come rieducazione: dal 18 giugno incontri con i detenuti

Fare cinema in carcere….libera la bellezza”, elaborato dalla cooperativa sociale Sirio con l’associazione culturale Kinoki, che sarà avviato dal 18 giugno presso gli Istituti penitenziari di Parma

Il cinema come strumento di rieducazione, possibile ponte tra il carcere e la realtà, tra il dentro e il fuori, mezzo per ricominciare a immaginare un nuovo percorso di libertà. Nasce da questa idea il progetto “Fare cinema in carcere….libera la bellezza”, elaborato dalla cooperativa sociale Sirio con l’associazione culturale Kinoki, che sarà avviato dal 18 giugno presso gli Istituti penitenziari di Parma grazie al sostegno della Fondazione Mario Tommasini. E non è un caso perché fra le tante iniziative promosse sul carcere, di cui molte assunte per la prima volta in Italia, Tommasini fondò insieme a Mario Zucchi anche la Sirio, cooperativa sociale che promuove inserimenti lavorativi dei detenuti.

La convinzione che “nulla è veramente perso se non quello che si abbandona”, come diceva Tommasini, l’esperienza maturata negli anni dalla Sirio, si intrecciano in questa nuova idea: creare nel carcere fra i detenuti un percorso coinvolgente in cui si ragiona di immagini, di quello che si vede alla tv e magari si impara a usare una telecamera, e tutto questo diventa un modo per condividere e riflettere sulla propria storia, su quello che potrebbe diventare.

Il progetto, alla cui costruzione hanno collaborato l’equipe dell’area giuridico pedagogica e alcuni esponenti della polizia penitenziaria di Parma, è stato costruito anche grazie al contributo avuto dagli studenti del Liceo delle Scienze Umane “Sanvitale” di Parma. Ragazze e ragazzi che hanno partecipato a uno stage formativo presso la Coop. Sirio in cui hanno iniziato a conoscere il mondo della detenzione e dell’inserimento lavorativo, attraverso incontri e testimonianze, fornendo suggerimenti per alcuni contenuti del progetto fra cui il titolo.

Della proposta culturale si è parlato questa mattina in Provincia nel corso di un incontro in cui i soggetti promotori ne hanno illustrato le finalità.
“C’è stato spesso silenzio sul dolore delle persone che vivono determinate condizioni, questa iniziativa segna la volontà di rimetterle al centro e indicare percorsi nuovi in cui la bellezza può essere lo strumento che ci può liberare dai condizionamenti” – ha detto Macella Saccani, assessore alle Politiche sociali della Provincia di Parma che ha patrocinato il progetto. “Kinoki ha un’esperienza decennale, soprattutto con i bambini - ha spiegato Michele Gennari dell’associazione- in questo caso lavoreremo con adulti speciali, perché hanno una organizzazione quotidiana diversa. Intendiamo metterci in ascolto e utilizzare il linguaggio della tv e del cinema per raccontare storie”.

“Si tratta di una iniziativa apprezzata dalla nostra area, che i detenuti hanno accolto bene, con una partecipazione alta, quindici persone per gruppo. Momenti come questi sono molto importanti perché i detenuti si sentono fuori del contesto e questo serve molto” ha osservato Piera Metallo, equipe area giuridico-trattamentale Istituti Penitenziari di Parma. Sirio vuole sviluppare un percorso che nasce 25 anni fa con il carcere per l’inserimento lavorativo dei detenuti, in dieci anni sono quasi cinquanta i detenuti che abbiamo accolto con contratti di lavoro. E questa è una opportunità e noi riteniamo che l’opportunità sia anche un discorso di libertà” – ha detto Patrizia Bonardi, presidente della Sirio.

Sono diversi gli episodi scelti da Bruno Rossi, presidente della Fondazione Tommasini, per raccontare quello che Mario faceva per “liberare” i carcerati. Come quando fu arrestato, negli anni cinquanta, per un comizio non autorizzato e poi di fatto “espulso” dalla casa di pena perché agitatore e difensore dei diritti di chi viveva lì dentro. “Mario diceva che il carcere è l’Università del crimine – ha ricordato Rossi – era sempre molto attento a quello che succedeva dentro, a proporre progetti alternativi, ed è per questo che sosteniamo questa iniziativa”. Gli incontri partiranno dal 18 giugno e avranno come tema il linguaggio televisivo e dell’intrattenimento, seminari con lezioni frontali in cui si prevede un rapporto diretto con la persona, al di là del reato commesso.  Due gli incontri settimanali, per un totale complessivo di 4 ore per un mese. L’inizio della seconda parte sarà concordata con la direzione dell’Amministrazione penitenziaria. Al termine il progetto tornerà alla città, alle ragazze e ragazzi delle scuole per una restituzione.
 

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