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Cronaca

Gianferrari in carcere: "Ho visto la parte bella". Sappe: "Offende la nostra dignità"

Lettera di Chiara Gianferrari, consigliera comunale del Movimento 5 Stelle. "Ho visto solo "la parte bella", perchè anche se sembra impossibile, una parte bella c'è". Replica di Maiorisi del Sappe: "Offende la dignità e l'onore del nostro corpo"

LETTERA DI CHIARA GIANFERRARI (5 STELLE). I parmigiani cosa sanno del carcere? Poco forse. Per questo ci tengo a scrivere questo comunicato, per condividere coi cittadini ciò che ho compreso. Venerdì ho avuto l'occasione per la prima volta di entrare in carcere, portando un pezzettino di rappresentanza dell'amministrazione anche in questo luogo così dimenticato dalla città. "I parmigiani passano di qui per andare a far compere all'Ikea, ma non si fanno domande sulla struttura grigia alla loro destra..." riflette una volontaria. Pensiamoci invece, quando passiamo di lì.

REPLICA DI ERRICO MAIORISI DEL SAPPE: "OFFENDE LA NOSTRA DIGNITA'. "Corne rappresentante regionale e provinciale del SAPPE la prima organizzazione sindacale della Polizia Penitenziaria, vorrei poter espimere anche il pensiero di chi nelle carceri ci lavora da sempre, verso le inesattezze della lettera della consigliera comunale di Parma, Si gra Gianferrari, lettera che la vostra testata giornalistica ha di recente pubblicato. Innanzitutto, trovo alquanto strano che la consigliera, nominando tutte le figure interessate alla tutela dei diritti dei detenuti, comunque esterne alla struttura e presenti non più di qualche ora nei pochi giorni della settimana che loro dedicano al volontariato, non abbia menzionato il personale di Polizia Penitenziaria che se non lo sapesse, sono quelle persone che con la divisa blu hanno permesso anche a lei di poter partecipare in tutta sicurezza alla festa del papà, organizzata negli Isituti Penitenziari di questa città il giorno 22 del mese di marzo".

"La stessa consigliera in qualità di rappresentante del comune di Parma e di tutti i cittadini parmigiani, dovrebbe astenersi da doppi sensi o altre allusioni verso la struttura detentiva di questa città, anche per rispettare chi umilmente ci lavora. Infatti la stessa evocando la mancanza del garante cittadino a chissà quale sventura per le persone rccluse, laddove è comunque previsto e nominato quello regionale e che con cadenza quasi mensile si reca a colloquio con i detenuti, e affermare di aver visto solamente la parte bella della struttura detentiva, lasciando intendere che nella stessa ci siano altre parti in cui la legge non faccia il suo corso, offende la dignità e l’onore del nostro corpo e di tutti i poliziotti penitenziari che ogni giorno sono a contatto con le persone detenute e che partecipano al loro recupero nella società.

"Inoltre proprio in virtù della sua funzione pubblica, lascia molto a desiderare la mancata vicinanza proprio verso i poliziotti penitenziari, i quali con mille difficoltà, lavorano con la cronica carenza di personale che a Panna si attesta in oltre 100 unità, un sovraffolamento detentivo con i relativi aumenti dei carichi di lavoro, senza menzionare i diritti sindacali spesso violati nel silenzio generale ( riposi settimanali soppressi, ferie negate proprio in virtù della grande dedizione e incondizionata abdicazione al servizio di questi straordinari uomini. Un ultima considerazione la voglio lasciare come ricordo per i più profani verso la nostra effettiva funzione e cioè, le centinaia di vite salvate all’ultimo minuto da gesti suicidi e le varie proteste dei detenuti verso l’amministraizone penitenziaria, sempre sedate grazie al nostro impegno e al nostro intervento. Un caloroso saluto a voi e alla nostra Consigliera comunale, augurandole una grande carriera politica a tutela dei diritti di tutti e non di alcuni a discapito di altri".

La visita mi ha toccato tantissimo -prosegue Chiara Gianferrari, anche se non ho potuto vedere quasi nulla. Ho visto solo "la parte bella", perchè anche se sembra impossibile, una parte bella c'è. Sono quelle persone che, giorno dopo giorno, si spendono in silenzio per dare un pò di sollievo a chi vive lì dentro. Alcune, come Emilia Zaccomer, lo fanno in Associazioni come "Per Ricominciare" (attiva sulla questione carceraria come anche l'Ass. "San Cristoforo"). Altre persone lo fanno individualmente, come Luciana Gardoni che cura le pratiche burocratiche per i detenuti, o padre Celso, uno dei Cappellani del carcere.

Altri sono animatori, come Antonino Ganci e Samanta Pendino, che con ad altri ragazzi volontari hanno reso la mattinata di venerdì 22 marzo una festa per le famiglie che hanno potuto riabbracciarsi, poichè la collaborazione tra l'Ass. Per Ricominciare, il Comune e il Carcere ha permesso ad alcuni detenuti di festeggiare la Festa del papà. Oltre a queste persone, che ho avuto l'Onore di conoscere, ce ne sono sicuramente molte altre che vanno ringraziate e che fanno un lavoro preziosissimo umanamente. Ad esse si sommano poi importanti servizi, messi in atto dal Comune o da altri soggetti che collaborano col carcere.

Ma al di fuori dei cancelli, la città fa il suo corso indifferente, interrotta solo dai telegionali che ci ricordano la disumanità di ciò che si vive lì
dentro: "Situazione carceri: Italia condannata dalla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo"- Napolitano: "il sovraffollamento, le condizioni di vita degradanti, i numerosi episodi di violenza e di autolesionismo, dimostrano come lo Stato non riesca ad attuare l’art. 27 della Costituzione" - Pannella: "siamo di fronte ad un'opera, tecnicamente criminale, di violazione dei diritti umani" - Rita Bernardini uscita da Regina Coeli - "Non ci sono i riscaldamenti e molte finestre non hanno i vetri, le mura sono fatiscenti e piene di umidità. I water ed i lavandini perdono copiosamente acqua e nelle docce non c'è acqua calda. In celle da 7 mq ci sono 3 detenuti".

Roberto Giachetti: "nemmeno le bestie vivono come i detenuti di Regina Coeli" - e ricorda anche le pessime condizioni per gli agenti di polizia penitenziaria (è giusto ricordare anche loro, sotto organico di 7.000 unità!) - Annalisa Chirico, giornalista: «Alcuni detenuti chiedono visite mediche invano. I direttori lamentano di non avere le risorse necessarie per garantire un pasto adeguato». Ricordo alcune cifre ai cittadini, per comprendere la situazione: in italia, ogni 100 posti letto sono stipati in media 146 detenuti (163 in Emilia Romagna!). Peggio di noi, in Europa, c'è solo la Serbia. Nel 2011 ci sono stati 6.628 scioperi della fame e 1.179 rifiuti di vitto e terapie. Si registra 1 suicidio ogni 5 giorni (1 ogni 1.000 detenuti) circa 1.000 "tentativi" e oltre 5.400 atti di autolesionismo grave (e non sono solo i detenuti a ricorrere al suicidio ma, è doveroso ricordarlo, anche gli agenti, per le condizioni in cui si trovano a lavorare). Sofferenza ancora più inaccettabile pensando che la maggior parte dei reclusi è in attesa di giudizio, soltanto il 10% circa ha una condanna definitiva. Con la "carcerazione preventiva", si va in prigione prima del processo, salvo poi essere dichiarati innocenti nel 50% dei casi.

Per conoscere invece la situazione specifica del nostro carcere, basta cercare sul web "rapporto Antigone, Parma". Cercate anche il documentario "insidecarceri", o "Antigone.it", o il dossier "Morire di carceri", perché conoscere come stanno le cose e raccontarlo ad altri, può aiutare a sconfiggere tanti falsi pregiudizi. Cosa può fare invece il Comune? Nonostante la questione sia nazionale, nel nostro piccolo si intende istituire anche a Parma il Garante dei Diritti dei Detenuti figura che i Radicali, sensibili al tema da anni, hanno proposto all'attenzione del Movimento, e che sto ora portando avanti personalmente insieme all'Assessore Rossi.

Chi può invece risolvere l'emergenza? Chi rappresenta lo Stato e fa le leggi. Mi sono qui servita delle dichiarazioni di altri esponenti politici in attesa che anche i nostri affrontino il tema, ora che, entrati in Parlamento, dobbiamo occuparci di tutto, non solo dei nostri temi forti. Ai parlamentari (soprattutto ai nostri) faccio veramente appello, perchè si possa al più presto prendere misure affinchè la pena non oltrepassi mai i livelli di civiltà e
umanità.

BARBACINI (SEL): "SONO ESTEREFATTA, L'ASSESSORE HA TAGLIATO I FONDI ALLE ASSOCIAZIONI". Leggo il comunicato della consigliera Gianferrari del M5S, in cui si dichiara toccata dalla visita effettuata nelle carceri di Via Burla, per la realtà carceraria in sè ed anche per le condizioni dei detenuti, e chiede alla cittadinanza di farsi carico del problema ed evitare di negarne l'esistenza, affrettandosi ad informare che con l'assessore Rossi sta pensando di istituire la figura del Garante cittadino. Non posso che restare esterefatta di fronte a tali affermazioni! Faccio presente alla consigliera Gianferrari, nel caso le fosse sfuggito, che lo stesso assessore che adesso si prodiga per la figura del garante dei detenuti, non più tardi di 3 mesi fa ha decurtato del 60% le risorse per le attività che le associazioni svolgono internamente, proprio quelle figure che lei tanto ringrazia e decanta, l'opinione delle quali mi piacerebbe conoscere relativamente alla questione. Il tutto dopo aver messo mano, nel dicembre scorso, alle graduatorie per l'accesso ai nidi togliendo, guarda caso, proprio ai bimbi figli di detenuti la possibilità di avere un punteggio aggiuntivo, in virtù della disagiata situazione. Sottolineo che tutto ciò rientra nell'attuazione dell'art.27 della costituzione che lei stessa cita, ma che forse non conosce a fondo.

E per finire porto a conoscenza della consigliera e di tutta l'amministrazione, che a livello regionale esiste la figura del garante nella persona di Desi Bruno, a disposizione dallo scorso anno grazie al lavoro del gruppo Sel-Verdi, e che la nomina è stata osteggiata anche dai rappresentanti del M5S che non hanno partecipato alla votazione assentandosi. Più che chiedersi dunque, che cosa sanno i parmigiani delle carceri, suggerisco alla Sig.a Gianferrari di chiedersi cosa ne sanno i suoi referenti, perchè con tali affermazioni si dimostra ancora una volta, la totale confusione nell'agire di un'amministrazione che procede senza un progetto globale e senza una conoscenza approfondita della realtà che si trova a governare.

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