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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Sezione Alta Sicurezza del carcere troppo affollata: il Garante lancia l'allarme

Cavalieri, Garante per i detenuti dell'assessorato al Welfare parla di una situazione di sovraffollamento e di ritardo nella valutazione delle pene da scontare. Chiede di esaminare le richieste di trasferimento e dinnon accogliere ancora reclusi

Il Garante dei detenuti dell'assessorato al Welfare del comune di Parma, Roberto Cavalieri, indirizza una lettera aperta a per evidenziare la situazione dei detenuti del reparto di Alta Sicurezza 1 del carcere di via Burla, situazione aggravatasi a causa dell'affollamento creato dalla chiusura della medesima sezione del carcere di Padova. La lettera é accompagnata dalle firme dei detenuti, reclusi nella sezione di Parma, sezione in cui si trovano alcuni posti al 41 bis.
La lettera é indirizzata al Ministero dell'Interno, al Capo dipartimento del Dap Santi Consolo, al Provveditore PRAP regionale Ilse Rusteni, al Direttore dell'istituto Penitenziario di Parma Carlo Berdini, ai Magistrati di sorveglianza dell'Emilia Romagna Maria Giovanna Salsi e Paolo De Meo, al Garante Nazionale per i detenuti Mauro Palma, al volontariato penitenziari oltre che alla stampa.
"Esattamente una anno fa - spiega  Cavalieri nella lettera - mi rivolgevo a voi per evidenziare le criticità del reparto detenuti Alta Sicurezza 1 che vedeva aumentare il numero degli arrivi a Parma a seguito della chiusura di un medesimo circuito presso il carcere di Padova.
Successivamente alla mia comunicazione si sono verificate iniziative apprezzabili sotto il profilo dell'incremento delle propste trattamentali a questo detenuti, anche se non sempre esaustive per quel che riguarda la loro continuità e significatività dal punto di vista delle ore settimanali di effettivo impegno.
Nel contempo era stato apprezzato anche l'impegno dell'amministrazione nel rivedere la collocazione di questi detenuti al fine di di diminuirne il numero a Parma con l'accoglimento di richieste di trasferimento o con la nuova procedura di declassificazione se e quando applicabile.
Allora, una anno fa, si parlava di 29 detenuti, che vivevano in gran parte scontando pene all'ergastolo ostativo quindi senza speranza di benefici, più due detenuti, sempre AS1, ricoverati presso il centro clinico.
Costato invece che il numero degli arrivi in verità non si é mai arrestato e oggi si contano in totale 36 detenuti in totale appartenenti al circuito AS1. Di questo 3 si trovano in isolamento perché rifiutano di essere collocati in sezione in cella con altri detenuti in quanto di diritto (spesso per problematiche sanitarie) spetta a loro una cella singola. Altri 3 si trovano ricoverati presso il centro clinico penitenziario - SAI. In sezione 5 celle sono occupate da detenuti in condivisione con un altro compagno che, nonostante l'età avanzata e magari ultrasettantenne, viene fatto dormire su un letto rialzato di una disposizione a "castello".
Cinque detenuti sono iscritti a corsi universitari mentre due sono studenti privatisti di scuola superiore: per loro la cella singola diventa garanzia del mantenimento di un contesto favorevole allo studio non potendo trovare altra medesima soddisfazione nel corso delle ore di accesso alla sla PC dove di accese per 4 ore al giorno, magari scarificando le ore d'aria.
La procedura per la declassificazione non ha praticamente portato, ad oggi, alcun effetto per questi detenuti che si vedono respinto il riconoscimento ancora, almeno in un caso da me verificato, con informazioni della DDA che risultano essere datate nel tempo se non addirittura contraddittorie rispetto a provvedimenti di decadimento del 41 bis somministrato precedentemente oppure di riconoscimento dei giorni di liberazione anticipata.
Chiedo apertamente alle SS.VV. di volere prendere in considerazione il reparto in questione come luogo di applicazione, vera, dei principi ispiratori non solo delle norme che regolano  la vita detentiva e che riconoscono ai detenuti diritti inalienabili ma anche di questo "nuovo" corso voluto dall'Amministrazione penitenziaria e dal Ministro della Giustizia ormai varato conni risultati ottenuti dal lavoro degli Stati generali dell'amministrazione penale.
A tal fine - conclude la lettera - si chiede di interrompere la destinazione di altri detenuti a questo reparto e nel contempo di voler considerate con la massima disponibilità le istanze di trasferimento presentate dai detenuti finalizzando queste azioni alla riduzione del numero dei reclusi e al conseguente miglioramento delle condizioni di vita degli altri detenuti e del personale coinvolto nella loro gestione".

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