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Cronaca

Carcere, taglio del 60% per i laboratori. Sel: "Un accanimento?"

Polemica sulla decisione della giunta di tagliare i fondi per le associazioni che lavorano in carcere. "Tipico di chi spara a caso nel mucchio ma rischia di colpire chi non ha difesa alcuna"

Carcere e percorsi di reinserimento sociale. La polemica che non era esplosa dopo la notizia dell'abbassamento dei punteggi per l'accesso agli asili per i figli dei detenuti, potrebbe scoppiare ora. Sel critica aspramente la decisione di tagliare del 60% i fondi destinati alle associazioni che si occupano dei laboratori in carcere.

"Mentre l'Unione Europea richiama l'Italia per le condizioni disumane in cui versano i detenuti -si legge in una nota di Federica Barbacini- causa il sovraffollamento delle carceri, ponendo l'attenzione ad uno dei temi più “scottanti” della nostra società: la garanzia di dignità e diritti ai carcerati, la Giunta Pizzarotti va in controtendenza e termina l'anno ritoccando i punteggi nelle graduatorie per l'accesso agli asili proprio a svantaggio dei figli dei detenuti, togliendo loro i punti aggiuntivi che danno diritto a priorità nelle liste, come se non fossero di fatto famiglie monogenitoriali e creando così una situazione discriminatoria proprio verso chi avrebbe bisogno di maggior vicinanza da parte delle istituzioni.

Senza contare l'aspetto educativo che il servizio ha nei confronti del minore che si trova a vivere una situazione sicuramente non comune. Non contenti iniziano il 2013 con una seduta di Giunta che riduce del 60% le risorse destinate ai laboratori che hanno la funzione di affiancare le famiglie nel difficile percorso della carcerazione, dentro e fuori le mura, compresa l'assistenza ai minori durante i colloqui, vanificando, tra l'altro, il prezioso e insostituibile lavoro che le associazioni svolgono da tempo con ottimi risultati.

E questo nonostante qualsiasi primo cittadino, all'atto della sua investitura giuri sulla costituzione italiana che all'art 27 sancisce il principio della finalità educativa della pena che non è identificata semplicemente con il pentimento interiore, astrattamente possibile con qualsiasi pena ed in qualsiasi condizione carceraria, ma viene intesa come concetto di relazione, rapportabile alla vita sociale e che presuppone un ritorno del soggetto nella comunità. Se ne deduce chiaramente che un supporto alla famiglia fuori dal carcere diventa indispensabile per favorire quel processo di reintegrazione che se non effettuato o svolto nel modo scorretto, può essere dannoso anche in termini di sicurezza sociale.

Sembra quasi ci sia un accanimento nei confronti di questa categoria e francamente non ne capiamo il motivo, in quanto la realtà ci investe tutti, dato che le carceri ed i suoi “abitanti” sono luoghi afferenti qualunque realtà ed hanno una funzione sociale. Va bene la necessità di risollevare il bilancio sicuramente ai minimi termini, ma ci sembra che la strada dei tagli ai servizi sociali non sia certo la più adeguata, soprattutto se ci si accanisce verso le fasce in assoluto più disagiate.

Inoltre ci piacerebbe conoscere il progetto sociale che l'amministrazione intende mettere in atto perchè dopo queste ultime decisioni, ci sembra ci sia una sorta di percorso a macchia di leopardo, tipico di chi non conoscendo la materia spara a caso nel mucchio ma rischia di colpire chi non ha difesa alcuna. Infine vorremmo sottolineare come il nostro concetto di sindaco sia di un garante delle condizioni in primis sociali, dei suoi cittadini ed ogni volta non possiamo che rammaricarci del fatto che di Massimo Zedda primo cittadino Sel a Cagliari e nostro esempio di buon governo, ce ne sia uno soltanto! Suggeriamo al sindaco Pizzarotti di dare un'occhiata al suo sito, potrebbe trovare qualche spunto".

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