Rete Diritti in Casa: "Chiediamo un tavolo, occorre la requisizione degli appartamenti sfitti'

Dopo le dichiarazioni dell'assessore al welfare Laura Rossi, che oggi a margine dell'inaugurazione di 12 nuovi alloggi di edilizia popolare ha affermato che le occupazioni non risolvono i problemi, specificando che chi esce da un edificio occupato dovrà accontentarsi dell'ospitalità in dormitori e perderà punti nella graduatoria per gli alloggi popolari, Katia Torri della Rete Diritti in Casa ribatte: “E' in corso un'emergenza abitativa, a Parma ci sono circa 1500 famiglie in attesa di alloggio e il prossimo bando sarà a gennaio, cosa fanno nel frattempo queste persone?  Noi chiediamo al comune e al Prefetto un tavolo sulla casa in cui si discuta la possibilità di una requisizione temporanea degli appartamenti sfitti. La requisizione non è un esproprio, quindi l'appartamento rimarrebbe al proprietario e il comune potrebbe stabilire un prezzo da elargire per l'affitto, un prezzo calmierato che possa rientrare nelle disposizioni delle casse comunali. Ci sono la volontà e il coraggio di fare questo? Non penso, l'amministrazione preferisce tutelare la speculazione piuttosto che il benessere delle persone in difficoltà. Non voler valutare questa soluzione va oltre il tutelare la proprietà privata dei proprietari e dei costruttori. In città ci sono 5000 case vuote, alcune da 20 anni, come quella occupata sabato scorso ad esempio. Non credo che gli sfrattati si divertano ad occupare, ma preferirebbero soluzioni stabili per le loro famiglie. Bisogna riconoscere il fatto che questa amministrazione ha realizzato 12 alloggi e la precedente neanche una, ma questo non serve a risolvere il problema, bisogna riequilibrare lo spreco degli spazi a Parma”.